Solo leggendo “leggero” il consumatore pensa che corrisponda a “più digeribile” o addirittura “più sano”. Salsicce, formaggio, bibite, yogurt, biscotti, margarine: tutto esiste in versione “light”. Siamo davvero sicuri che acquistando un prodotto light stiamo veramente scegliendo un alimento più leggero? Purtroppo accade spesso che dal confronto delle etichette nutrizionali tra un prodotto “normale” e uno light non ci sia nessuna differenza, o addirittura risultano più magri o leggeri quelli che non presentano slogan. Ancora una volta, il faro che può guidarci è solo l′etichetta nutrizionale.
Definizione di light
Secondo l’art. 174 dell’Oderr. un alimento può essere definito light/ leggero/ léger se il valore energetico del prodotto finito e pronto per il consumo è ridotto di 1/3 rispetto al prodotto equivalente “normale”; detto in altri termini il prodotto light deve avere il 30% di calorie in meno. Questo è prescritto dal 1° luglio 2007 anche nell’Unione Europea. Inoltre, un alimento è “povero” in energia se il valore energetico è ridotto almeno del 50%.
Rischio di aumentare le porzioni
La sensazione di sazietà non dura tuttavia a lungo e così aumenta il rischio di divorare una razione doppia di prodotti “light”, cosa che rende impossibile una durevole riduzione di peso. I prodotti “light” ottenuti con diluizioni a base di acqua, inoltre, contengono spesso più additivi del prodotto “normale” non modificato.
Se non cambiano le abitudini alimentari…
Il consumo di prodotti “light” non garantisce una diminuzione di peso di lunga durata, perché non contribuiscono a migliorare le abitudini alimentari individuali. I prodotti “light” inducono al consumo di porzioni più grandi: credendo di assumere poche calorie, si mangia e si beve di più e pertanto non si risparmiano affatto energie.
… e troppe trasformazioni
I prodotti “light” di norma subiscono forti processi di trasformazione: per ottenere un prodotto dal gusto accettabile e che duri nel tempo sono necessari molti additivi e molta energia. In questo modo vanno perdute importanti componenti come le vitamine, pregiati acidi grassi, aromi e sapori. Un errato comportamento alimentare può venir consolidato dal consumo di prodotti “light”: non tutti i prodotti riportanti la definizione “light” contengono veramente qualcosa di leggero: un formaggio “light” non scremato o una crema al cioccolato “light” sono sempre delle bombe caloriche.
Paghiamo di più ingredienti senza valore
Nella versione light il consumatore spesso paga ingredienti che costano poco. Per esempio, nella maionese light viene tolto in parte l’olio e sostituito con acqua. Il cioccolato light ha meno burro di cacao, la mozzarella light e gli yogurt magri sono ottenuti da latte scremato, meno costoso del latte intero.