Grazie ai sistemi industriali, la pesca è aumentata del 1000% negli ultimi 60 anni. E di questo passo, è destinato a diventare un alimento raro.
È la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori autori di un ampio studio pubblicato su Fisheries Research. I nuovi sistemi di pesca hanno permesso di arrivare a sei milioni di tonnellate di tonno pescati all’anno. Con queste cifre, i nuovi nati non riescono più a rimpiazzare il pescato. Molti paesi hanno ormai delle vere e proprie flotte dedicate: al momento, un centinaio.
La ricerca ha anche evidenziato la grande quantità di pesce che viene pescato involontariamente e poi ributtato in mare: emblematico il caso delle verdesche o squali azzurri, pescate involontariamente e a rischio estinzione perché, a differenza dei tonni, non sono molto feconde e impiegano anni a raggiungere la maturità. Esse non vengono utilizzate come cibo, bensì mutilate per le pinne, che alimentano un mercato specifico illegale in oriente, e poi rigettate in mare.
Senza un cambio di paradigma improntato alla sostenibilità a medio e lungo termine, secondo gli autori, molte specie sono a rischio e diventeranno sempre più rare.