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L’ACSI dice no alle nuove “clausole inflazione” delle compagnie di telecomunicazioni

È uno sviluppo che sta generando preoccupazione e stupore: le principali compagnie telefoniche elvetiche hanno introdotto o annunciato modifiche alle condizioni generali di contratto che consentiranno loro di aumentare il prezzo degli abbonamenti unilateralmente nel corso del periodo contrattuale senza possibilità di disdetta. Per l’ACSI questa nuova prassi è inaccettabile.

A marzo Swisscom ha introdotto una “clausola inflazione” nelle sue condizioni generali di contratto. Una modifica che consentirà a Swisscom di aumentare il prezzo dei suoi abbonamenti a partire dal mese di giugno 2023 sulla base dell’indice dei prezzi al consumo (IPC).

Nella prima settimana di maggio, è stata la volta di Sunrise. Oltre ad aver annunciato un aumento del 4% dei suoi abbonamenti dal 1° luglio 2023, la compagnia ha introdotto una clausola simile a quella di Swisscom.

Per quanto riguarda Salt, secondo le condizioni generali sottoscritte nell’ottobre del 2022, sarebbero possibili aumenti su alcuni contratti da febbraio 2024.

L’ACSI critica duramente questa nuova prassi attraverso la quale i fornitori di servizi di telecomunicazioni, di fatto, scaricano i rischi legati all’inflazione sui consumatori, già in difficoltà a causa dell’aumento dei prezzi e della perdita di potere d’acquisto. Da un punto di vista giuridico il prezzo è un elemento essenziale di un contratto. L’ACSI contesta il fatto che il prezzo possa essere modificato unilateralmente nel corso della durata contrattuale senza possibilità di disdetta.

In virtù di questo sviluppo, l’ACSI consiglia fin da subito ai consumatori di non sottoscrivere contratti dalla durata troppo lunga.