Uno studio commissionato dall’associazione dei consumatori norvegese Forbrukerradet ha messo in evidenza che i giocattoli connessi e interattivi “La mia amica Cayla” (una bambola) e “I-Que il robot intelligente”, raccolgono informazioni per conto dell’azienda produttrice Genesis Toys. Inoltre, presentano dei rischi per la sicurezza dei bambini. Genesis Toys si trova ora sul banco degli imputati tanto in Europa quanto negli USA.
Molto probabilmente, rappresentano il futuro dei giocattoli per bambini. Iperconnessi e intelligenti, Cayla e I-Que sono in grado di conversare, riconoscere voci, rispondere alle domande o leggere delle storie. Non sono del resto unici nel loro genere. Ma sono al momento i giocattoli interattivi più criticati, dopo che una sorte analoga era toccata per motivi simili a Hello Barbie un anno fa.
I motivi sono sostanzialmente due.
Il primo è dettato dalle evidenti falle di sicurezza. Questi giocattoli sono dotati di un microfono integrato che si connette via bluetooth a un applicazione che si può scaricare sul telefonino. Grazie all’applicazione, il giocattolo può capire cosa gli dice il bambino e rispondere. Il problema è che la Genesis ha scelto di utilizzare una connessione semplice e rapida: non è richiesta nessuna password o procedura di associazione fra telefonino e giocattolo. Quindi chiunque si trovi a meno di 20 metri dal giocattolo può, con grande facilità, connettersi a sua volta e ascoltare le conversazioni fra bambino e giocattolo o addirittura prendere il controllo del giocattolo e conversare tramite la sua voce con il bambino. Questo anche attraverso la parete di una casa. Un livello di sicurezza molto basso e giudicato dai più approssimativo.
Il secondo motivo di polemica è invece dovuto al fatto che questi giocattoli raccolgono i dati vocali delle conversazioni e li inviano alla Genesis Toys, che afferma di usarli per migliorare il servizio. In realtà, vi è il forte sospetto che vengano usati a scopo pubblicitario. Il microfono del giocattolo ascolta tutto quello che avviene nei paraggi, le conversazioni dei bambini ma anche delle famiglie. Un ulteriore problema è il fatto che tanto Cayla quanto I-Que pronunciano spesso delle frasi legate a dei prodotti, per esempio i prodotti della Disney, bombardando in questo modo i bambini di pubblicità a favore della Disney e altri marchi.
Tutti questi motivi hanno spinto diverse associazioni dei consumatori a denunciare il problema tanto in America, alla Federal trade commission, quanto in Europa, alla Commissione UE e in particolare alle autorità per la protezione dei dati. Affaire à suivre. Ma per ora Cayla resta facilmente acquistabile anche da noi, per esempio sul sito di Manor, per soli 25 franchi.