A volte succede che qualche pagamento sfugga anche ai consumatori più attenti trasformandosi in una disavventura a tratti grottesca con la ditta d’incasso.
È quello che è successo ad un nostro socio dopo l’acquisto di un videogioco per 49 franchi e 90 nel mese di maggio del 2024. La fattura e l’e-mail di sollecito della Conrad Electronic SA sono purtroppo rimaste inevase per qualche settimana nella posta elettronica. Tuttavia, in seguito il nostro socio ha pagato la fattura comprese le spese di sollecito che ammontavano, secondo le condizioni generali, a 5 franchi. Ciononostante, nei mesi seguenti il nostro socio ha ricevuto un’escalation di richieste da parte della ditta d’incasso Intrum SA a cui era stato ceduto il credito che, nel frattempo, era aumentato a 129 franchi e 45.
Intrum ha poi effettuato un primo tentativo d’incasso e ha in seguito aggiunto al nostro socio nuovi costi per la concessione di una prima rata pagabile entro 10 giorni. In seguito, con una e-mail del 4 dicembre il nostro socio riceve una lettera datata 19 novembre 2024 con minaccia di avviare un’esecuzione contro di lui ed avviso su altri costi aggiuntivi nonché sull’iscrizione nel registro d’esecuzione. In questa lettera gli venivano anche concesse tre opzioni: 1) pagare immediatamente; 2) spedire la sua ultima notifica di tassazione in modo che gli venisse concessa una dilazione di pagamento a 12 mesi 3) presentare le proprie motivazioni se la pretesa secondo lui non fosse giustificata. Il nostro socio in questi mesi non ha ceduto alla procedura intimidatoria della Intrum, conscio di avere il diritto di contestare i costi aggiuntivi fatturati a seguito dell’intervento della ditta d’incasso. Dovuto è infatti il credito originario, oltre all’interesse dovuto dal contratto nel caso di pagamento in ritardo. Tutti gli altri costi, secondo l’art. 106 CO, non sono dovuti se non comprovati e se sproporzionati.
Grazie alla copiosa e ordinata corrispondenza prodotta dal nostro socio per e-mail e per raccomandata all’indirizzo della Intrum SA e ad una nuova lettera, preparata dal nostro servizio InfoConsumi, con la quale si riconoscevano gli interessi di mora per fr. 0.70 e si richiamava l’art. 106 CO contestando i costi aggiuntivi, Intrum ha definitivamente rinunciato alle sue pretese. Tutto bene quel che finisce bene ma solo grazie ad un gran dispendio d’energia unito a corrette motivazioni.
Consigli dell’ACSI
- Controlla sempre la tua posta elettronica e provvedi al pagamento nel termine indicato. Il debito si estingue solo 5 o 10 anni dopo (art. 127 e 128 CO).
- Le ditte d’incasso cercano di incassare il credito che il creditore originario gli ha ceduto, con metodi insistenti e aggressivi. È bene non lasciarsi intimidire.
- I conteggi non sempre sono chiari e il consumatore si ritrova debiti lievitati.
- Il supporto è spesso poco disponibile nei confronti dei debitori. È utile avere una corrispondenza ordinata via e-mail ma è senz’altro consigliabile scrivere anche una lettera raccomandata all’Ufficio d’incasso.
- Le spese di sollecito sono dovute se menzionate e quantificate nelle condizioni generali. È bene verificare nel sito web delle aziende dove si acquistano beni e servizi quali sono i metodi di pagamento accettati, le procedure in caso di mancato pagamento e i relativi costi.
- In caso di problemi, i soci ACSI possono rivolgersi ad InfoConsumi.