Il riciclaggio dei tessili permette di risparmiare risorse necessarie alla produzione di nuovi tessili o abiti. Consente però anche di salvaguardare l’ambiente: basti pensare che le piantagioni di cotone vengono trattate con prodotti chimici fino a 25 volte per periodo di crescita. Per coltivare 1 kg di cotone si usano 14,7 g di pesticidi (senza contare l’acqua, l’energia e l’azoto). Lo stesso vale per la lana: anche qui si ricorre a pesticidi per preservare le pecore dai parassiti, con conseguenze per il terreno e per gli stessi animali. Dal petrolio si producono le fibre sintetiche, ma si consuma una risorsa non rinnovabile e si causano scarti tossici. Aggiungiamo i trattamenti chimici della colorazione dei tessuti e della produzione di abiti.
Quali tessili possono essere riutilizzati e riciclati:
lenzuola di cotone; federe e cuscini di cotone; federe e piumini di cotone; coperte in buono stato e pulite; camicie di cotone; magliette sintetiche in buono stato e pulite; magliette di cotone anche se un po’ sporche o scucite; cappotti, giacche, pantaloni e gonne in buono stato e puliti; scarpe in buono stato.
Non sono invece riutilizzabili:
piumini e cuscini macchiati, vestiti sintetici rotti o sporchi, pullover di lana infeltriti o macchiati, pullover di cotone rotti o sporchi, cappotti rotti o molto sporchi.