Ogni anno da 200 a 400 persone si ustionano gravemente perché gli abiti hanno preso fuoco. Sovente questi incidenti avvengono per contatto diretto con la fiamma (candela, gas). Da qui l’importanza di disporre di tessuti con un basso grado di infiammabilità. Le disposizioni legali in materia prevedono che i materiali usati per i vestiti devono avere una propagazione massima delle fiamme inferiore a 9mm/s e rendere impossibile l’effetto ”surface-flash” (la superficie del tessuto brucia velocemente senza distruggerne la struttura; ciò limita l’effetto del calore sulla pelle sottostante, ma non l’effetto sulle parti del corpo non protette).
I tessuti di fibre sintetiche (polyester o polyamide) e naturali (seta, lana) sono difficilmente infiammabili. Questo non vale quando si è in presenza di cellulosa (cotone) o viscosa: alcune prove hanno dimostrato che la propagazione del fuoco su questi tessuti è pari a quella sulla carta. Anche il taglio conta: gli abiti ampi bruciano più rapidamente di quelli su misura. Inoltre i materiali di cellulosa con grandi quantità di fibre sintetiche presentano un altro grande problema: fondono e si incollano alla pelle causando gravi ustioni.
Da rilevare inoltre che il comportamento delle fibre può variare secondo le condizioni climatiche o di utilizzo: in un ambiente secco (come in inverno) la maggior parte dei tessuti brucia più rapidamente (nel caso della viscosa è due volte più veloce). Infine un capo già sovente indossato, lavato e stirato può comportarsi in modo diverso in caso di fuoco.
Nuove fibre o nuovi trattamenti di fibre convenzionali, meno infiammabili, sono allo studio.
L’ACSI consiglia:
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- leggete sempre l’etichetta
- consultate l’opuscolo “Tessili: per saperne di più”