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Consumatori ingannati, ma la sanzione è irrisoria

L’inganno su larga scala praticato da Ochsner Sport è stato confermato dall’inchiesta del Ministero pubblico, ma la sanzione di 4’000 franchi non rende giustizia ai consumatori.

Era l’inizio del 2016 quando un cliente ha contattato la SECO dopo aver scoperto un’irregolarità nella filiale di Ochsner Sport a Nyon. Il cliente aveva infatti comprato una lampada frontale scontata a 34 franchi e 90 anziché 59 e 90. Era stato proprio questo sconto a sedurlo e convincerlo all’acquisto. Arrivato a casa ha però scoperto, togliendo l’etichetta, che ce n’era un’altra sottostante che indicava: 34 franchi e 90, il prezzo prima dei saldi. Insomma, in realtà non c’era nessuno sconto: l’etichetta recante il prezzo 34 franchi e 90 era stata sostituita con una recante lo “sconto” da 59 e 90 a 34 e 90.

Un inganno su larga scala
La SECO ha così ordinato alla Polizia del commercio del canton Vaud di effettuare controlli presso le filiali di Ochsner Sport. Risultato: la pratica dei “finti sconti” è diffusa. La FRC (Fédération romande des consommateurs) ha sporto denuncia al Ministero pubblico, la cui sentenza è giunta: Ochsner Sport è colpevole, ma la pena ammonta a una multa di… 4’000 franchi. Ochsner Sport è il leader svizzero della vendita di articoli sportivi e ha una cifra d’affari che ruota attorno al miliardo, quindi non è certo preoccupato da una multa di questo genere.

Una legge superata
Ma così è la legge: per la violazione dell’Ordinanza sull’indicazione dei prezzi, è la persona fisica che ha violato la legge (e non la persona giuridica) a dover essere punita con una multa massima di 20.000 franchi. Nonostante la sua lunga indagine e l’audizione dei membri del consiglio di amministrazione, il Ministero pubblico non ha trovato il colpevole fisico. In questo caso, se l’ammenda è inferiore a 5000 franchi, il procuratore può punire la società piuttosto che condurre ulteriori indagini. Ochsner ne esce quindi molto bene, nonostante la polizia del commercio abbia scoperto una strategia nazionale di inganno. I limiti della legge attuale sono sotto gli occhi di tutti: visto che le multe devono indirizzarsi a una persona fisica anziché giuridica, le multe risultano ridicole per delle aziende di grandi dimensioni. Questa maniera di procedere aveva forse senso per sanzionare i gerenti di piccoli negozi negli anni ’80, quando la legge attuale è entrata in vigore, ma risulta ormai completamente superata. Al giorno d’oggi le politiche sui prezzi si decidono nelle sedi centrali di aziende operanti a livello nazionale o internazionale, non in piccole succursali. Con sanzioni di questo tipo, anche altre aziende potrebbero scegliere questo “modello di affari”.

Non viene riconosciuto il lavoro delle autorità
Vale la pena segnalare anche che questa legge non rende giustizia al lavoro delle autorità. Per quale ragione la polizia del commercio dovrebbe condurre un inchiesta per dei mesi, mobilizzando le sue poche risorse, se la sanzione finale non copre nemmeno i costi dell’inchiesta?

Il Consiglio degli Stati spinge per una legge ancora più leggera
Alla luce di tutto questo, sarebbe decisamente il caso di inasprire le sanzioni e in particolare di permettere di sanzionare le persone giuridiche. Al contrario, il Consiglio degli Stati ha recentemente accettato una mozione per alleggerire ulteriormente l’Ordinanza sull’indicazione dei prezzi. Un autentico schiaffo ai consumatori.