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Le palestre ignorano il diritto al rimborso

Un’inchiesta dei nostri colleghi svizzero tedeschi della Konsumentenschutz rivela che le palestre non consentono ai clienti di ottenere un rimborso (parziale) in seguito alle chiusure dettate dal Covid-19, bensì offrono soltanto, nel migliore dei casi, un prolungamento dell’abbonamento.

Fra le 29 palestre prese in esame dalla Konsumentenschutz, nessuna offriva un rimborso ai propri clienti. Eppure la legge lo prevede. È vero che il momento è difficile e sicuramente i centri fitness sono in difficoltà, ma il cliente dovrebbe comunque avere la scelta fra un prolungamento o un rimborso vero e proprio.

Quello che è tuttavia particolarmente grave secondo la Konsumentenschutz è che diverse palestre hanno cambiato il proprio regolamento dopo lo scoppio della pandemia. Tali cambiamenti nelle condizioni generali mentre il contratto è ancora in corso, non devono essere accettati dal cliente. Vale quanto scritto al momento della stipulazione del contratto.

I nostri colleghi rilevano che se non altro la maggioranza delle palestre ha provato a far fronte alla situazione proponendo dei corsi online ai propri abbonati.

L’ACSI per ora ha ricevuto un numero ridotto di segnalazioni su questo problema nella Svizzera italiana. Questo è probabilmente da attribuirsi al fatto che molti clienti si dimostrano tolleranti verso le proprie palestre, per esempio accettando un prolungamento del proprio abbonamento al posto di un rimborso.