Agroscope ha pubblicato oggi i risultati di un ampio studio che ha preso in esame 100 terreni campicoli e orticoli su scala nazionale. In tutti i terreni sono state trovate tracce di prodotti fitosanitari, seppur in quantità ridotte. Presenti anche residui di pesticidi già illegali da tempo, il che dimostra le conseguenze a lungo termine dell’uso di questi prodotti. La quantità di residui è risultata inoltre correlata alla vita microbica sotterranea: i terreni con concentrazioni maggiori di residui, avevano concentrazioni più basse di funghi micorrizici, che sono molto utili per il terreno.
Molta attenzione è stata data finora ai residui di pesticidi presenti nell’acqua, mentre molta meno a quelli presenti nel suolo. Motivo che ha spinto Agroscope a indagare anche su quest’altro fronte. Sono 46 i diversi tipi di residui di pesticidi trovati sui 100 terreni campicoli e orticoli presi in esame da Agroscope. I ricercatori hanno scoperto che i residui di pesticidi sono largamente diffusi, anche se in concentrazioni ridotte. In tutti i siti esaminati ne sono stati rilevati, inclusi i terreni a coltivazione biologica. Alcuni di questi terreni erano a coltivazione biologica da molto tempo (oltre 20 anni), eppure presentavano ancora tracce dei pesticidi usati in precedenza. Presenti anche tracce di pesticidi vietati da molti anni come l’atrazina, il linuron e il clorpirifos. Le tracce di questi prodotti influiscono sulla vita microbica nel suolo. Infatti i funghi micorrizici arbuscolari, che sono molto diffusi e importanti nei terreni, erano meno presenti laddove le concentrazioni di residui erano maggiori.
“Lo studio dimostra che, indipendentemente dal tipo di coltivazione, i residui di pesticidi sono una realtà nel suolo agricolo”, si legge nel comunicato di Agroscope. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology con il titolo: “Widespread occurrence of pesticides in organically managed agricultural soils – the ghost of a conventional agricultural past?“.
