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Cartello AMAG e diritti dei consumatori

Quanti soldi in più hanno sborsato i consumatori che hanno acquistato automobili nei garages facenti parte del cartello ticinese? Senza azioni collettive efficaci, non lo sapremo mai.

A fine giugno la Commissione della Concorrenza (COMCO) ha inflitto una multa di 44 milioni di franchi ad AMAG e ad alcuni garages ticinesi. Nella sua inchiesta avviata nel 2018 ha infatti potuto appurare l’esistenza di un cartello che ha operato fra il 2006 e il 2018 allo scopo di “ridurre la concorrenza tra i rivenditori dei marchi del gruppo Volkswagen e di conseguenza mantenere i prezzi elevati dei veicoli nuovi venduti a clienti privati e pubblici nel Cantone Ticino”, come si legge nel comunicato rilasciato della Commissione.

La COMCO è stata in grado di smascherare questo cartello e infliggere un’ammenda. Ma quello che la Commissione non può fare, è stabilire i danni subiti dai clienti, che hanno pagato la loro automobile più del dovuto. Di quanto? 500 franchi, 1000, 2000? Non lo sapremo mai. Per ottenere un risarcimento infatti, i danneggiati dovrebbero poter intentare una causa collettiva. Facendolo singolarmente, l’impegno è eccessivo per i più. E quindi non resta che lasciar perdere.

Da molti anni le organizzazioni dei consumatori chiedono con insistenza l’introduzione di uno strumento efficace di causa collettiva in Svizzera. Ma proprio nel mese di giugno la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale ha nuovamente preso tempo, rimandando qualsiasi nuova discussione al secondo trimestre del 2023. Eppure si temporeggia già da fine 2013, anno in cui una mozione dell’allora presidente della Konsumentenschutz Prisca Birrer-Heimo su questo tema è stata approvata dal Parlamento.