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Diritto alla garanzia: buone notizie dal Consiglio federale

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“Il diritto di garanzia svizzero è obsoleto e non tutela a sufficienza i consumatori”. Sono parole senza mezzi termini quelle utilizzate dal Consiglio federale, che l’ACSI non può che sottoscrivere. Ora la palla passa al Parlamento, al quale spetta il compito di modernizzare una legislazione svizzera decisamente obsoleta. L’ACSI coglie l’occasione per ribadire alcune delle rivendicazioni che esprime da molti anni.

Nel comunicato del Consiglio federale, si legge in particolare che la legislazione vigente è superata, non tutela il consumatore, che spesso è in balia della benevolenza di chi vende. Occorre dunque modificare il Codice delle obbligazioni. Cogliamo l’occasione per ricordare le nostre rivendicazioni principali a favore delle consumatrici e dei consumatori:

1). L’inversione dell’onere della prova. Come già avviene nell’UE da tempo, deve essere il venditore a dimostrare che un prodotto era privo di difetti al momento dell’acquisto. Attualmente, è il consumatore a dover dimostrare che la colpa è del venditore. Il che, nel concreto, è difficile e oneroso da fare. In molti casi, praticamente impossibile. Questo stato di cose costringe spesso e volentieri i consumatori a prendersi la colpa di prodotti difettati.

2). La garanzia non deve poter essere esclusa. Attualmente, la garanzia può essere esclusa dal venditore. Questo stato di cose deve cessare.

3). Aumento della durata della garanzia legale da 2 a 5 anni. L’ACSI sostiene l’innalzamento della durata della garanzia da 2 a 5 anni. Questo è già realtà in svariati paesi, con buoni riscontri. Le aziende produttrici vengono così stimolate a proporre prodotti più duraturi e di miglior qualità, a vantaggio dell’ambiente e del portafoglio dei consumatori. L’ACSI viene frequentemente contattata da consumatori che si ritrovano confrontati a problemi proprio poco tempo dopo la scadenza dei 2 anni di garanzia.