Notizie sui consumi Diritti dei pazienti Diritti del consumatore

Freno alla regolamentazione: no ai privilegi per gli interessi aziendali nella Costituzione federale

istockphoto

Dopo il Consiglio degli Stati, anche il nazionale ha oggi respinto il cosiddetto “freno alla regolamentazione”. Le organizzazioni dei consumatori e Public Eye accolgono con favore questa decisione.

Anche il Consiglio nazionale ha detto no al “freno alla regolamentazione”. Questa idea è quindi definitivamente fallita visto che era già stata respinta anche dal Consiglio degli Stati nello scorso mese di giugno. Il “freno normativo” prevedeva di imporre la necessità di una maggioranza qualificata del Parlamento per adottare qualsiasi legge o trattato internazionale che avrebbe interessato da vicino le imprese. Ciò significa che sarebbero sempre serviti 101 voti al nazionale e 24 agli Stati, e questo indipendentemente dal numero di parlamentari effettivamente presenti al voto. Si sarebbe trattato di un forte ostacolo all’accettazione di qualsiasi nuova norma coinvolta, soprattutto in caso di molte assenze in Parlamento, situazione che non di rado si verifica.

Per opporsi a questo “freno” le organizzazioni dei consumatori (ACSI, FRC, Konsumentenschutz) hanno collaborato con Public Eye. Antonella Crüzer, segretaria generale ACSI, esprime il suo sollievo per il fatto che la proposta sia ormai definitivamente fuori discussione: “Per la prima volta nella storia del nostro paese, la Costituzione federale avrebbe sancito che un gruppo di interesse sarebbe stato avvantaggiato rispetto a tutto il resto della popolazione”. Public Eye dal canto suo aggiunge che “la sistematica priorità data alle preoccupazioni aziendali rispetto ad altri interessi, come quelli sociali, ecologici o sanitari della società nel suo insieme, sarebbe stata devastante per la Svizzera”.

Anche l’attuazione concreta sarebbe stata problematica: questo freno sarebbe entrato in funzione se una legge avesse interessato oltre 10’000 aziende o se avesse avuto un costo normativo complessivo di oltre 100 milioni di franchi in 10 anni. “Le nuove leggi hanno un impatto diretto o indiretto praticamente su tutti e sarebbe stato difficile prevederne il costo su 10 anni. Determinare se un disegno di legge sarebbe dovuto cadere o meno sotto al freno alla regolamentazione avrebbe comportato interminabili discussioni”, spiega Antonella Crüzer.

La maggioranza del Consiglio nazionale ha respinto il “freno” con il risultato di 96 – 89. A votare contro PS, Verdi, Verdi liberali e la maggioranza dell’Alleanza del Centro. L’UDC e il PLR hanno invece votato a favore, dimostrando di anteporre gli interessi aziendali ai benefici collettivi.