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Svizzera sempre più paradiso degli sconti farlocchi

Con il nuovo allentamento delle normative in materia di indicazione dei prezzi annunciato oggi dal Consiglio federale, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025, viene di fatto sancita la possibilità di prendersi gioco dei consumatori. 

Come l’ACSI sottolinea da molti anni, nel nostro paese le normative in materia di indicazione dei prezzi, in particolare per quanto concerne sconti e promozioni, sono estremamente blande. In particolare, ad essere blande sono le sanzioni per chi viola l’Ordinanza federale sull’indicazione dei prezzi: anche le grandi aziende pagano multe di poche migliaia di franchi (nei rari casi in cui vengono perseguite). Il risultato, è che ovviamente le aziende non si pongono il problema e praticano finti sconti a volontà. Ma in futuro sarà ancora peggio. Il Consiglio federale ha infatti dato seguito a diverse richieste della mozione di Christa Markwalder, che l’ACSI aveva criticato a suo tempo.

A partire dal prossimo primo gennaio, i prezzi promozionali potranno essere utilizzati senza alcun limite di tempo. Tutto quello che i commercianti dovranno fare è praticare il prezzo “originario” per 30 giorni. Cosa significa concretamente?

Che sarà possibile mettere in vendita un prodotto a 100 franchi per 30 giorni, in seguito abbassarlo a 50 franchi e si potrà scrivere “sconto del 50%” in eterno. Un’autentica presa in giro verso le consumatrici ed i consumatori! I venditori potranno infatti mettere in vendita i prodotti per un prezzo artificiosamente elevato per 30 giorni, e in seguito venderli al prezzo normale per quanto tempo desiderano facendo però finta che sia un prezzo scontato. Addirittura, sarà possibile continuare ad indicare il medesimo sconto anche per prodotti che vengono tolti dal mercato e poi rimessi in vendita in un periodo successivo.

Tutto questo è particolarmente sconcertante, visto che nell’UE si va in una direzione diametralmente opposta, molto più favorevole ai consumatori.

Nel comunicato del Consiglio federale, si parla di una semplificazione per i fornitori, che avranno necessità di sostituire meno etichette. È significativo il fatto che i consumatori non vengono neppure menzionati.