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Dopo “fatto in casa” nasce “fait maison”

Il marchio “fait maison” è stato lanciato in Svizzera romanda. Dopo l’esperienza ticinese di “fatto in casa”, il marchio nato nel giugno dell’anno scorso dall’accordo fra ACSI e Gastroticino, un nuovo progetto pilota ha preso il via in Romandia. È appoggiato dalla FRC (Federazione romanda dei consumatori), oltre che da Gastrosuisse, Slow Food Svizzera e dalla Settimana svizzera del gusto.

Come nel caso ticinese, anche questo marchio vuole distinguere i ristoranti che preparano, lavorano e cuociono i loro piatti interamente nella cucina del ristorante. I ristoratori che richiedono questa certificazione dovranno sottoporsi a controlli effettuati ogni 2 anni da controllori formati dall’Organismo intercantonale di certificazione. Inoltre, dovranno segnalare i cibi precotti sui loro menù.

Il Ticino può essere orgoglioso del suo ruolo di apripista su questo tema. Sono passati ormai sette anni da quando l’ACSI, con il sostegno dell’Alleanza, lanciò la campagna “Menù trasparente – Ristorante che cucina”, per aiutare i consumatori a distinguere i cibi precotti da quelli preparati dal cuoco del ristorante. È infatti da quell’iniziativa, in origine osteggiata da Gastroticino, che è poi nata la collaborazione fra ACSI e la stessa Gastroticino per il label “fatto in casa”.

La speranza è che un numero sempre maggiore di ristoranti aderiscano a questi marchi garantendo così trasparenza verso i consumatori.