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I legumi: un tesoro nutrizionale per la salute e un passo avanti per l’ambiente

Sabato 10 febbraio è stata celebrata la giornata mondiale dei legumi. I legumi, quali ceci, lenticchie, fave e soia, sono un vero tesoro nutrizionale che offre benefici significativi sia per la nostra salute che per l’ambiente. Ne esistono di moltissime varietà, caratterizzate da forme, gusti, e provenienze diverse.

Da un punto di vista salutare, i legumi contengono una vasta gamma di vitamine e minerali essenziali, e sono una fonte eccellente di proteine vegetali, fornendo un’alternativa sana e più sostenibile alle proteine di origine animale. Tuttavia, la qualità delle proteine vegetali varia a seconda dello specifico alimento. Spesso vengono considerate inferiori rispetto a quelle derivanti da carne o latticini perché alcune proteine vegetali non forniscono tutti gli aminoacidi essenziali necessari, e alcune contengono anche componenti che possono ostacolare l’assorbimento delle proteine. Per questo motivo è consigliato assumere alimenti variati e abbinare i nostri cari legumi ad un cereale. Inoltre, la composizione dei legumi rallenta il processo di assorbimento del glucosio, rendendoli preziosi per il controllo del diabete, grazie al loro basso indice glicemico.

Secondo il Dottor Berrino, esperto epidemiologo dei tumori, due recenti studi avrebbero indicato anche la diminuzione del rischio di cancro associata al consumo di legumi, confermando il loro ruolo nella prevenzione delle malattie. Anche dal punto di vista ambientale i legumi si ergono come un’alternativa sostenibile alle proteine animali. La loro produzione richiede notevolmente meno acqua rispetto alla carne, riducendo l’impatto ambientale legato alla gestione delle risorse idriche. Infatti, se per la produzione di un chilo di carne sono necessari circa 15 mila litri d’acqua, per lo stesso quantitativo di legumi ne basterebbero circa 400 litri. Inoltre, la longevità dei legumi è un vantaggio significativo nella lotta allo spreco alimentare (di cui abbiamo parlato proprio la settimana scorsa), in quanto possono essere conservati per lunghi periodi senza perdere le loro qualità nutrizionali. Questi vegetali svolgono inoltre un ruolo chiave nel ciclo agricolo, fissando l’azoto presente nell’aria nel terreno, riducendo la necessità di fertilizzanti aggiuntivi o pesticidi chimici, e mantenendo la fertilità del suolo. La coltivazione di legumi potrebbe anche rivelarsi strategica date le attuali circostanze climatiche, poiché l’aumento delle temperature renderebbe il territorio europeo più adeguato alla coltivazione di questi prodotti resistenti alla siccità.

Purtroppo, l’aumento generale della domanda di legumi degli ultimi anni non è stato causato da un aumento diretto del consumo di questi prodotti. Come afferma il WWF, è stato invece l’aumento del consumo di prodotti di origine animale, come carne, pesce e latticini, che ha determinato una maggiore domanda a livello globale di legumi come la soia, importante fonte di foraggio per gli animali da allevamento. Il caso emblematico della soia, importata principalmente come foraggio per animali, mostra le principali conseguenze causate dalla presenza di questo tipo di monocolture. Infatti, sebbene in Svizzera il 95% della soia importata sia prodotta in modo responsabile e non geneticamente modificata, questo tipo di agricoltura porta all’inquinamento del terreno, alla deforestazione e alla perdita di biodiversità.

Nel contesto svizzero, la crescente richiesta di alternative alla carne è evidente. Basti pensare che se nel 1985 in Svizzera venivano consumati circa 85 chilogrammi di carne per persona all’anno, nel 2022 il quantitativo è sceso a 66 chilogrammi (ourworldindata.org). Tuttavia, la domanda interna di prodotti alternativi supera l’offerta, e la conseguente dipendenza dalle importazioni è ancora grande. Pertanto, per incentivare la produzione locale di legumi, a partire dal 2023 la Confederazione svizzera ha introdotto un sostegno economico per i contadini che intraprendono la coltivazione di leguminose. Tuttavia, nonostante i benefici finanziari offerti, sono ancora pochi gli agricoltori che si lanciano in questo settore agricolo ancora di nicchia, indicando la necessità di un maggiore sostegno e consapevolezza. Un altro segnale positivo al riguardo è rappresentato dall’Associazione leguminose in Svizzera orientale e Liechtenstein, nata pochi anni fa, volta a favorire la collaborazione tra agricoltori che operano nel settore e promuovere lo scambio di conoscenze.

Come dimostrato da un recente studio dell’ETH e di Agroscope [1] (Keller et al., 2024) investire nella produzione locale di legumi non solo fornirebbe ai consumatori svizzeri un’opzione più sana e sostenibile, ma potrebbe anche ridurre la dipendenza da importazioni, migliorando la sicurezza alimentare e contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici. L’opportunità è chiara, e ora è il momento di abbracciare la rivoluzione dei legumi in Svizzera per un futuro più sano e sostenibile per tutti.

Per maggiori informazioni, guarda questo video.