Il 19 novembre sarà la Giornata internazionale dei cereali integrali. Per l’occasione, l’EUFIC (il Consiglio europeo d’informazione sull’alimentazione), ha lanciato una sfida: la #SwitchToWholeGrains challenge. Obiettivo: convincere un numero più grande possibile di cittadini europei a consumare una quantità maggiore di cereali integrali.
Cosa sono i cereali integrali
I cereali integrali sono quei cereali che contengono tutte e tre le parti del chicco di cereale: la crusca, il germe e l’endosperma. I cereali raffinati conservano invece unicamente l’endosperma. La crusca è lo strato esterno del chicco ed è ricca di fibre. Il germe è la parte interna del chicco ed è ricca di sostanze nutritive, contiene molte vitamine e minerali. L’endosperma è invece la parte centrale, composta principalmente da carboidrati amidacei e proteine. Esempi di cereali integrali sono il grano integrale, il riso integrale, il bulgur, il miglio, l’avena, la quinoa, la segale integrale e molti altri.
Perché la campagna EUFIC
Le diete povere di cereali integrali sono riconosciute come un fattore di rischio alimentare per problemi di salute, come si può leggere sul sito della campagna. Mangiare più cereali integrali riduce il rischio di sviluppare malattie non trasmissibili, come il cancro del colon-retto, le malattie cardiovascolari e il diabete di tipo 2. Nonostante questi benefici per la salute ben documentati, l’assunzione complessiva di cereali integrali in Europa rimane molto bassa.
I principali pregi dei cereali integrali
In sintesi, i cereali integrali sono una buona fonte di vitamine e minerali, sono ricchi di fibre alimentari, aiutano a ridurre il rischio di malattie, sono generalmente rispettosi dell’ambiente e aggiungono sapore e consistenza ai pasti.