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Popolo e Cantoni possono lottare contro i prezzi artificiosamente alti

L’iniziativa popolare federale «Stop all’isola dei prezzi elevati – per prezzi equi (iniziativa per prezzi equi)» è riuscita. Oggi, 12 dicembre 2017, sono state consegnate alla Cancelleria federale a Berna 107’908 firme valide. L’iniziativa popolare getta le basi per l’adozione di misure legali efficaci contro l’isola dei prezzi elevati.

Molti prodotti d’importazione come strumenti, apparecchi, macchinari e capi d’abbigliamento costano molto di più in Svizzera che all’estero e la differenza di prezzo può essere ricondotta solo in misura limitata ai maggiori costi salariali, infrastrutturali e locativi della Svizzera. I fornitori esteri approfittano della loro posizione dominante sul mercato, mantengono artificialmente elevati i prezzi in Svizzera e sfruttano in modo mirato il potere d’acquisto dei consumatori.
I tentativi di adottare provvedimenti parlamentari contro i «supplementi Svizzera» abusivi sono più volte falliti. Solo recentemente la Commissione dell’economia del Consiglio degli Stati ha rinviato a tempo indeterminato la discussione dell’iniziativa parlamentare «Prezzi all’importazione eccessivi. Abolizione dell’obbligo di acquisto in Svizzera»  dell’ex consigliere agli Stati Hans Altherr (PLR AR). L’atto parlamentare ha lo stesso orientamento dell’iniziativa per prezzi equi ma è meno incisivo.
Gli oppositori all’iniziativa «Per prezzi equi» chiedono lo smantellamento delle restrizioni statali all’importazione, che però, fatta eccezione per il settore agricolo, sono già state ampiamente eliminate. Un peso maggiore hanno le limitazioni private alle importazioni e agli acquisti, derivanti soprattutto dall’azione unilaterale di produttori con posizioni dominanti sul mercato. Per consentire a tutti di acquistare all’estero in modo equo, occorre eliminare sia gli ostacoli statali sia quelli privati.
Le PMI svizzere sono esposte alla concorrenza internazionale e sono soggette alle stesse condizioni generali delle imprese concorrenti che producono all’estero. Anche i consumatori sono spesso costretti a pagare prezzi ingiustificatamente elevati, per esempio quando acquistano cosmetici in Svizzera oppure ordinano prodotti online (parola chiave: geoblocking). Le PMI e i consumatori devono essere liberi di acquistare la merce all’estero senza essere soggetti a discriminazioni. I «supplementi Svizzera» abusivi devono scomparire per permettere alle imprese svizzere di diventare più concorrenziali e ai consumatori di disporre di un maggior potere di acquisto. L’iniziativa per prezzi equi affronta alla radice questa problematica.
La raccolta delle firme è iniziata il 20 settembre 2016. Nell’immagine: la segretaria generale ACSI, Laura Regazzoni Meli, e il consigliere nazionale Fabio Regazzi con le firme delle cittadine e dei cittadini ticinesi.
Il testo dell’iniziativa e i nomi dei membri del comitato d’iniziativa e delle associazioni aderenti sono consultabili su www.prezzi-equi.ch