Le organizzazioni svizzere dei consumatori riunite nell’Alleanza non ci stanno. In una lettera al gigante delle telecomunicazioni dimostrano il proprio disappunto sulla prassi adottata e sui tempi concessi ai consumatori in relazione alla volontà di Swisscom di usare e vendere i dati della clientela.
Le critiche espresse dalle organizzazioni dell’Alleanza sono in sostanza quelle già indicate sull’edizione della BdS di marzo-aprile. In primo luogo il fatto che – a decisione già presa – i consumatori debbano attivarsi se non desiderano che i propri dati vengano venduti a terzi da Swisscom (il cosiddetto silenzio-assenso). Una prassi che l’ACSI e le associazioni svizzere dei consumatori hanno sempre deplorato. Ma non solo. Alla compagnia telefonica sono inoltre contestati il tempo di “reazione” concesso all’utenza (ritenuto troppo breve) e si pongono seri interrogativi sulla reale fattibilità dell’operazione di anonimizzazione dei dati, così come promessa. I consumatori si attendono ora una risposta convincente.