Autodifesa del consumatore Internet

Cosa succede quando rispondiamo alle e-mail di spam?

Quanti di voi hanno ricevuto email con richieste di business, offerte imperdibili, eredità e vincite milionarie che devono solo essere incassate? Le email di spam sono ancora un grande problema per tutti i consumatori. Ogni giorno vengono inviate miliardi di email pubblicitarie, di cui gran parte vengono bloccate dai provider email, e solo una piccola parte fortunatamente, proveniente da mittenti legittimi, arrivano a destinazione.

In Svizzera la pubblicità via email è regolamentata come tutti i canali pubblicitari. Ci sono essenzialmente tre regole di base che devono essere rispettate: il mittente dell’annuncio pubblicitario deve essere chiaramente riconoscibile, la pubblicità deve contenere un link per non ricevere più pubblicità (esempio: “unsubscribe” o “non voglio più riceverla”) e i destinatari devono aver dato il proprio consenso esplicito (tramite ad esempio la spunta di una casella “sì voglio ricevere la Newsletter”). Queste regole sono chiare, ma la realtà, come molti di voi avranno sperimentato, non è così evidente.

Partiamo dall’ultima regola: dare il proprio consenso. Nella maggior parte dei casi nessuno ci chiede “vuoi ricevere regolarmente pubblicità via email?”. Spesso è infatti sufficiente un acquisto o una registrazione online su un sito per iniziare a ricevere le pubblicità. Questo perché ci dimentichiamo nella fretta di togliere la spunta sulla casella “newsletter” oppure la newsletter è implicita nell’accettazione delle condizioni di registrazione che nessuno legge (anche se non dovremmo!) veramente fino in fondo. Spesso diamo il nostro consenso senza neanche saperlo.

Il secondo problema sono i link per disattivare la ricezione di queste email. Personalmente ho perso il conto di quante email di spam ricevo per acquisti o registrazioni che risalgono anche a diversi anni fa. Il link esiste (quasi) sempre, ma non sempre funziona. Nonostante la disattivazione viene confermata, le email continuano ad arrivare. Cosa fare quindi? Possiamo segnalarla come spam e sperare che i messaggi finiscano direttamente nella cartella di posta indesiderata. Oppure possiamo segnalare al fornitore di servizi email indicando che il mittente è uno spammer, anche se restano molti dubbi sulla reale efficacia di queste segnalazioni.

Infine, secondo la legge svizzera, il mittente deve essere chiaramente identificabile. Quasi sempre il mittente è riconoscibile, ma ogni tanto alcune email di spam anonime riescono a superare tutti i filtri ed “atterrare” nelle nostre caselle. Sto parlando in particolare di quel tipo di email anonime in cui vengono annunciate vincite milionarie, eredità e promesse di business estremamente redditizi: email truffaldine, link che permettono a chi le invia di installare virus per accedere alle nostre informazioni o più semplicemente tentativi per appropriarsi di informazioni sulla nostra identità personale. Per concludere vi invito allora a seguire le avventure di James Veitch, un comico inglese, che ha deciso (al contrario di ciò che andrebbe fatto) di dare seguito a queste email spam anonime rispondendo con un tedioso entusiasmo. Se vi interessa scoprire come uno spammer anonimo dall’altra parte del mondo sia stato esasperato dal comico a tal punto da chiedergli di non scrivere più, allora non perdetevi la esilarante conferenza TED di James Veitch. Buona visione.

Marco Battaglia marcobatta@hotmail.com