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Zucchero in yogurt e cereali, i progressi sono insufficienti

14 imprese svizzere nel settore della produzione di derrate alimentari e commercio al dettaglio hanno concordato nuovi obiettivi per la riduzione degli zuccheri aggiunti nei loro prodotti con il consigliere federale Alain Berset. Questa riduzione volontaria rimane tuttavia molto modesta a fronte di quantitativi molto elevati di zuccheri aggiunti in determinati prodotti.

Le aziende hanno in pratica firmato una proroga fino al 2024 della Dichiarazione di Milano (firmata nel 2015). Prevedono quindi di ridurre il tenore di zucchero negli yogurt del 10% e nei cereali del 15%. Tre rilevamenti effettuati dall’USAV nel 2016, nel 2017 e nel 2018 hanno dimostrato che gli obiettivi concordati di una riduzione del 2,5% degli zuccheri aggiunti negli yogurt e del 5% nei cereali per la colazione sono stati raggiunti. Progressi che non tolgono il fatto che lo zucchero è ancora presente in quantitativi troppo massicci in cereali e yogurt. È davvero difficile definire un successo il fatto di aver portato il contenuto di zuccheri aggiunti di uno yogurt dai 9,2 grammi del 2015 agli attuali 8,8 grammi. In pratica, si è passati da circa due zollette di zucchero a comunque più di una zolletta e tre quarti.

Insomma, i progressi sono estremamente lenti, e questo nonostante prodotti come i cereali per la colazione vengano spesso e volentieri mangiati anche dai bambini. Senza contare che si tratta solo di due categorie specifiche di alimenti. Una gigantesca fonte di zuccheri, costituita dalle bevande dolci, rimane completamente intatta in Svizzera. È inoltre importante segnalare che sebbene le aziende che aderiscono alla Dichiarazione di Milano possano essere escluse se inadempienti, non c’è nessun modo per mettere pressione alle aziende che non aderiscono al programma.

Nell’incontro con Berset è stato discusso di pianificare la riduzione del tenore di zucchero anche in altri alimenti, così come quella del tenore di sale. Un passo positivo, ma l’ACSI rimane convinta che anziché procedere con questa strategia di riduzione minuscola su base volontaria, l’adozione dell’etichetta Nutri-Score permetterebbe di affrontare il problema degli alimenti poco sani in maniera più efficace.