Il nostro punto di vista Sviluppo sostenibile

Multinazionali responsabili: purtroppo gli Stati rinviano la decisione

 

 

 

Il Consiglio degli Stati si è arreso alla lobby delle multinazionali: con l’approvazione della mozione d’ordine Noser, la decisione sul controprogetto indiretto all’iniziativa per multinazionali responsabili è stata rinviata. Il Comitato d’iniziativa – e l’ACSI con esso – critica con forza questa manovra elettorale.

Dopo due anni, 19 riunioni di commissione e due chiare adozioni da parte del Consiglio nazionale, il Consiglio degli Stati aveva oggi la possibilità di adottare un compromesso ampiamente condiviso. Questo compromesso avrebbe sì indebolito l’Iniziativa per multinazionali responsabili, ma avrebbe permesso di stabilire delle norme chiare contro le peggiori violazioni dei diritti umani commesse dalle multinazionali. La Conferenza dei Capi dei Dipartimenti cantonali dell’Economia Pubblica (CDEP), grandi settori dell’economia, tra cui Coop, Migros e Manor, ma anche organizzazioni come la Fédération des entreprises romandes (FER) e il Groupement des Entreprises Multinationales (GEM) avevano espresso il proprio sostegno al controprogetto. I promotori avevano anche annunciato l’intenzione di ritirare l’iniziativa in caso di adozione definitiva del controprogetto.

Dick Marty, copresidente del Comitato d’iniziativa, ha commentato: “Con la decisione odierna, è chiaro che la maggioranza del Consiglio degli Stati non vuole un compromesso e cerca sempre nuove scuse. Questo danneggia la credibilità della politica.” Poco prima del dibattito odierno, nello spazio di 40 ore, più di 50.000 persone hanno firmato una lettera di protesta contro la tattica dilatoria del consigliere agli Stati Ruedi Noser. Tutte queste voci sono state purtroppo ignorate. Ma intanto il sostegno all’iniziativa “per multinazionali responsabili” continua a crescere. Oltre alle 114 organizzazioni della società civile (tra cui l’ACSI), l’iniziativa può contare sull’appoggio di un comitato dell’economia composto da oltre 140 imprenditori, da organizzazioni ombrello delle Chiese cattoliche e protestanti e di molti altri attori ecclesiastici, di un nuovo “Comitato borghese per le multinazionali responsabili” appena costituito, per non parlare del coinvolgimento di migliaia di cittadini riuniti in 250 comitati locali. Gli iniziativisti rimangono fiduciosi in vista di una campagna di votazione.