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Annacquata l’Ordinanza sull’indicazione dei prezzi

Il Consiglio federale ha attuato una decisione presa dal Parlamento e a nulla è valsa la ferma opposizione dell’Alleanza delle organizzazioni di difesa dei consumatori. Via libera a pubblicità ancora più vaghe e potenzialmente fuorvianti.

La legislazione svizzera non brilla in materia di chiarezza sull’indicazione dei prezzi, come testimonia per esempio la vasta presenza di finti sconti, già più volte constatata, come in questa inchiesta dei nostri colleghi della FRC. In futuro probabilmente brillerà ancora meno. Il Consiglio federale ha infatti attuato una decisione presa dal Parlamento e contestata dalle associazioni di difesa dei consumatori. La modifica è stata originata da una mozione del 2017 dell’allora consigliere agli Stati Filippo Lombardi, dal titolo quasi beffardo: “Per un’ordinanza sull’indicazione dei prezzi più vicina ai consumatori”. Mozione che peraltro, all’epoca, il Consiglio federale aveva invitato a respingere.

In sostanza, in futuro le pubblicità presenti su cataloghi o cartelloni non dovranno più necessariamente menzionare le caratteristiche principali dei prodotti. Sarà sufficiente un riferimento a un sito, per esempio sotto forma di link o codice QR. Come giustamente sottolineato anche dai nostri colleghi della Konsumentenschutz, con questo modo di procedere si crea terreno fertile per un aumento degli abusi. Secondo Cécile Thomi, esperta di diritto della Konsumentenschutz, in sostanza il governo fa capire di essere disposto a mettere in conto un aumento delle violazioni.

La nuova Ordinanza, venduta come una semplificazione favorevole ai consumatori, entrerà in vigore già il prossimo 1° luglio.