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Pratiche scorrette via SMS, Infoconsumi molto sollecitato

Diversi consumatori continuano a restare “intrappolati” negli abbonamenti dei siti per adulti. Il nuovo filtro antiphishing di Swisscom aiuterà?

Negli ultimi mesi il nostro servizio di consulenza Infoconsumi è tornato a ricevere numerose segnalazioni e richieste di aiuto da parte di consumatori che si sono trovati loro malgrado legati a contratti con piattaforme che offrono video per adulti. Si tratta di una problematica che prosegue ormai da quasi un decennio. Già nel 2014 l’ACSI e le altre organizzazioni dei consumatori avevano sporto denuncia penale contro l’azienda Pulsira, che all’epoca era all’origine della maggioranza dei casi. Nel 2017 Pulsira diventò Yanadis, ma i metodi restarono i medesimi. E anche oggi, ditte diverse, come Cmetrix Technologies Group e Mobile Trade SA, hanno analoghe pratiche scorrette. Nel 2018 l’informatico Paolo Attivissimo si era chinato sulla questione per cercare di fare chiarezza. Riavvolgiamo il nastro di questa annosa vicenda, sperando che Swisscom abbia fatto un passo verso una possibile soluzione.

 

Sotto contratto senza saperlo
Il meccanismo funziona più o meno così: il consumatore riceve un SMS pubblicitario riguardante un sito internet dove poter visualizzare video pornografici. Il motivo per cui riceve questo SMS non è chiaro: in alcuni casi, il consumatore potrebbe effettivamente aver visualizzato questi siti internet; in altri, aver ricevuto una prima “esca” attraverso i social media, sotto forma di un messaggio sul quale magari ha cliccato; ma molti consumatori affermano di aver ricevuto questi SMS senza essere mai entrati in contatto con queste aziende e piattaforme in alcun modo. Fatto sta che una volta ricevuto l’SMS, che a volte è in tedesco o in inglese, il semplice fatto di aprirlo può portare il consumatore a cliccare inavvertitamente su un link contenuto all’interno del SMS. Tanto basta per finire nella trappola: senza bisogno di effettuare alcuna ulteriore operazione, il consumatore si trova legato a un contratto con la piattaforma online, che dopo tre giorni gratuiti diventa a pagamento, a meno che l’abbonamento non venga disdetto. Ecco quindi che arrivano le prime fatture, che se non pagate, portano all’intervento di ditte di incasso che chiedono spese sempre crescenti.

 

L’ACSI condanna queste pratiche scorrette
Oltre a fornire sostegno ai propri soci, l’ACSI si è adoperata per cercare di porre fine a questo problema. Tanto Pulsira quanto Yanadis furono denunciate e nel 2018 la questione fu sottoposta all’esperto informatico Paolo Attivissimo, che dopo aver analizzato approfonditamente i cellulari di alcuni consumatori coinvolti era giunto alla conclusione che l’iscrizione fosse stata ottenuta con metodi non sufficientemente trasparenti, tanto da rendere i consumatori stessi inconsapevoli dell’iscrizione.

La giurista dell’ACSI Katya Schober- Foletti racconta come si concluse la vicenda Yanadis: “per conto di un nostro socio, che aveva fatto esaminare il suo cellulare da Paolo Attivissimo, avevamo presentato presso la giudicatura di pace di Lugano un’istanza di conciliazione con domanda di decisione volta a far cessare le continue richieste di pagamento provenienti dall’ufficio incasso, rispettivamente l’inesistenza del credito a causa dell’illiceità del comportamento della società Yanadis. Purtroppo l’udienza non ha mai avuto luogo perché la Yanadis era nel frattempo fallita. Il nostro socio non ha di conseguenza più ricevuto nessuna richiesta di pagamento”.

Molti consumatori potrebbero essere tentati dal pagare senza farsi troppe domande, anche per evitare l’imbarazzo che suscitano i contenuti dei servizi che gli viene richiesto di pagare. L’ACSI consiglia di non farlo. Al contrario, ai nostri soci viene fornita una lettera tipo da inviare per raccomandata al fine di contestare il fatto di aver concluso consapevolmente un contratto. Malgrado le ditte di incasso continuino in alcuni casi ad inviare fatture, per ora non siamo a conoscenza di casi in cui sia stato spiccato un precetto esecutivo. Il motivo è molto semplice: le ditte sanno benissimo che i loro metodi non sono corretti.

Attualmente, Infoconsumi ha deciso di far esaminare all’esperto il telefono di proprietà di un socio ACSI. La giurista sta valutando la possibilità di adire nuovamente il Giudice.

 

Arriva il filtro di Swisscom:la luce alla fine del tunnel?
Lo scorso 16 marzo Swisscom ha annunciato l’introduzione di un filtro per contrastare il phishing via SMS. Questo filtro è automaticamente attivato per tutti i clienti Swisscom. La speranza è che questo filtro sia in grado di bloccare gli SMS “trappola” dei siti pornografici. E se così fosse, che anche le altre compagnie telefoniche seguano l’esempio di Swisscom. Nel proprio comunicato Swisscom prevede che il filtro riuscirà a bloccare decine di migliaia di messaggi SMS ogni settimana a livello nazionale.