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Margini commercio al dettaglio: intervenga la COMCO

Malgrado l’ostruzionismo di Migros, il Sorvegliante dei prezzi ha infine potuto pubblicare il suo rapporto sui margini dei rivenditori al dettaglio nella vendita di prodotti biologici (seppure con qualche modifica e precisazione aggiuntiva). Dal rapporto emerge quello che le associazioni dei consumatori sostengono già da tempo: i margini dei dettaglianti sono troppo elevati in Svizzera e il mercato è privo della concorrenza necessaria. Questo non soltanto per i prodotti biologici, ma in generale. Manca inoltre trasparenza. 

Nel rapporto dell’ufficio di Stefan Meierhans si sottolinea come “diversi studi hanno già evidenziato gli elevati margini di profitto lordo dei rivenditori al dettaglio svizzeri” e come la “struttura del mercato svizzero per la vendita al dettaglio è molto più concentrata rispetto a quella di altri paesi simili”. Il sorvegliante ricorda altresì come uno studio commissionato dalla SECO era giunto alla conclusione che questa situazione di mercato si ripercuote sui margini di profitto lordo relativamente elevati dei rivenditori svizzeri.

Operando un confronto con i Paesi Bassi, l’ufficio della sorveglianza dei prezzi è giunto alla conclusione che “l’ambiente meno competitivo in Svizzera contribuisce ad aumentare più fortemente i prezzi dei prodotti biologici”. Nel rapporto ci si chiede quindi se una regolamentazione per evitare margini troppo elevati, come quella vigente per esempio in Nuova Zelanda, sia necessaria in Svizzera.

Il consueto trend di mancanza di trasparenza nella vendita al dettaglio in Svizzera si è confermato anche nella stesura di questo rapporto, che ha visto le varie società rifiutarsi di fornire al Sorvegliante dei prezzi i dati da lui richiesti. Malgrado ciò, l’ufficio di Meierhans ha proposto una soluzione amichevole basata sui dati a sua disposizione per contenere i margini elevati sui prodotti biologici. Da notare che nel calcolo proposto da Mister Prezzi, si metteva in conto una disponibilità dei consumatori a pagare fra il 10 e il 30% in più per prodotti bio. Le società della vendita al dettaglio hanno tuttavia respinto la proposta e si sono rifiutate di prendersi qualsiasi impegno in tal senso.

L’attuale situazione oltre a pesare sulle economie domestiche, in particolare quelle meno abbienti, rende il consumo di prodotti bio fuori portata per queste fasce della popolazione. Il che danneggia indirettamente anche l’ambiente. Non è dunque possibile continuare a lasciare che Coop e Migros in particolare si spartiscano il mercato svizzero. La COMCO deve intervenire per ripristinare una sana concorrenza e fare in modo che vi sia maggior trasparenza sui margini del commercio al dettaglio, e che questi ultimi si riducano dagli attuali livelli eccessivi.