Le nostre battaglie Acquisti

Abbassamento franchigia sull’IVA: l’ACSI dice no

L’ACSI è contraria all’abbassamento della franchigia sull’IVA da 300 a 150 franchi. Con questa misura si va a ridurre la libertà dei consumatori e a fare invece gli interessi di chi vende. I consumatori svizzeri sono già salassati a sufficienza, nonostante l’accettazione dell’iniziativa contro l’Isola dei prezzi elevati (lanciata dalle organizzazioni dei consumatori) i cui risultati si fanno ancora attendere.

L’ACSI ha sempre promosso un consumo responsabile, con attenzione agli spostamenti, alla freschezza dei prodotti e all’impatto sociale e ambientale delle nostre scelte. Il contesto dimostra però che i consumatori svizzeri pagano prezzi più elevati anche per prodotti identici rispetto ai loro omologhi dei paesi confinanti. Per questo motivo è comprensibile che alcuni consumatori decidano di fare una parte dei loro acquisti all’estero (nel caso del Ticino, in Italia). Ricordiamo del resto che ci troviamo in un periodo inflazionistico e che i premi di cassa malati continuano a salire vertiginosamente. Anziché cercare di costringere i consumatori ad acquistare prodotti più cari “con la forza”, i distributori attivi nel nostro paese dovrebbero ridurre i propri margini di guadagno (più elevati dei loro omologhi esteri) e rendere i propri prezzi più competitivi. Alcuni del resto lo stanno già facendo, dimostrando che è possibile.

L’abbassamento della franchigia sull’IVA comporterebbe inoltre oneri burocratici e costi tanto per il personale delle dogane quanto per le consumatrici ed i consumatori, su importi tutto sommato piccoli. Sarà del resto possibile per chi lo vorrà aggirare la misura restando sotto i 150 franchi di spesa ed andando più spesso oltre frontiera, con conseguente aumento del traffico, l’ultima cosa di cui la nostra regione ha bisogno.

Insomma, questa proposta, voluta dal Parlamento e alla quale si era opposto anche il Consiglio federale, creerà unicamente problemi e ha come unico scopo quello di accomodare le richieste dei distributori svizzeri, che hanno fatto sentire tutto il loro peso in Parlamento.

I nostri colleghi della Konsumentenschutz hanno lanciato una petizione contro questa modifica, che è previsto entri in vigore già dal 1° gennaio 2025.