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Come evitare le (costose) spese dello sdoganamento

Le spese applicate dai corrieri per lo sdoganamento delle merci fatte giungere in Svizzera dall’estero sono un bel fardello per i consumatori che si affidano all’e-commerce. Che sia La Posta piuttosto che DHL, UPS e compagnia bella, il corriere fattura cifre che in molti ritengono assurde, soprattutto se il valore degli invii è modesto e per pochi franchi oltrepassa la soglia oltre la quale si devono versare i tributi doganali. Il disbrigo delle operazioni di sdoganamento è automatizzato in tutto e per tutto – o quasi – e dunque i corrieri guadagnano cifre enormi pur non dovendo fare chissà che cosa. Un dato di fatto che abbiamo già sottolineato più volte, scrivendo sulla BdS del commercio tramite le vie del web.

Le soluzioni alternative, in particolare per chi vive a ridosso della frontiera o non molto distante, non mancano certo, per evitare quelli che a giusta ragione possono essere considerati come dei balzelli. La prima e più ovvia per noi ticinesi è quella di farsi recapitare i pacchi presso un parente, amico o conoscente in Italia. Oppure, come si può per esempio fare con Amazon, una possibilità è di far arrivare gli invii in un cosiddetto punto di ritiro, di norma un qualsiasi ufficio postale italiano. Certo, sia nel primo caso sia nel secondo bisogna mettere in conto una trasferta, ma in fin dei conti potrebbe comunque valerne la pena, perché si potrebbe abbinare l’utile… all’utile. Anche se, ad onor del vero, il colosso mondiale dell’e-commerce, Amazon per l’appunto, ai clienti che fanno arrivare i suoi articoli in Svizzera non chiede un centesimo che sia uno, per il disbrigo delle pratiche di sdoganamento.
Dicevamo di unire l’utile all’utile. Ebbene, in Italia, per fare un altro esempio, c’è anche IndaBox – www.indabox.it è il sito dove potete trovare tutte le informazioni del caso – a gestire il recapito di pacchi e invii dei più disparati generi presso punti di ritiro, che sul territorio della Penisola sono oltre tremila. Fra questi figurano catene di supermercati, edicole, videoteche, tabaccherie, bar e caffè, pasticcerie e chi più ne ha, più ne metta. Insomma, il territorio, soprattutto nei centri medio-grandi, è coperto capillarmente da IndaBox, un po’ come accade con gli uffici postali. Altre possibilità, comunque, non mancano, e allora ecco che gli habitué della spesa di tutti i giorni – o del fine settimana, in prevalenza – oltre frontiera possono abbinare la stessa alla finalizzazione degli acquisti online, appunto il ritiro dei pacchi. Insomma, se i balzelli legati alle spese fatturate dai corrieri per lo sdoganamento proprio non vi vanno giù, le soluzioni a portata di mano sono più di una. Anche se qualcosa, al momento del ritiro, lo si deve pur pagare, come è il caso con i 3 euro dovuti a IndaBox, che in ogni caso sono parecchi di meno rispetto agli 11 franchi e 50 chiesti dalla nostra Posta per lo sdoganamento degli invii provenienti da Austria, Francia, Germania e Italia, cifra che sale invece a 16 franchi per le spedizioni da tutte le altre nazioni del globo.