Il cambiamento climatico minaccia la sopravvivenza delle civiltà umane sul nostro pianeta. Da questo punto di vista concerne tutto e tutti. Il Rapporto speciale del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico IPCC dell’ottobre 2018 ha dimostrato che le conseguenze del riscaldamento del clima sono molto più nefaste se l’aumento è di 2 gradi invece di 1,5 (il riscaldamento attuale è di 1 grado). Attualmente però la maggior parte dei paesi, fra cui la Svizzera, sta seguendo una tendenza che finirà per provocare un riscaldamento di 3, 4 o più gradi.
Nel 2015 gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno approvato l’Accordo di Parigi sul clima. Ora è tempo di applicare nei diversi paesi quanto è stato convenuto. Alcuni paesi hanno già fissato obiettivi analoghi all’iniziativa: in Svezia si pretende l’azzeramento delle emissioni entro il 2045, la Finlandia intende ridurle ben al di sotto dello zero entro il 2040. Nel 2018, la Commissione europea ha dichiarato di voler raggiungere lo “zero netto” entro il 2050, come lo chiede anche l’iniziativa.
Entro quella scadenza occorrerà che l’era delle energie fossili giunga a termine. È la domanda chiave dell’Iniziativa per i ghiacciai. Se il Consiglio federale e il parlamento prendessero sul serio l’accordo di Parigi, l’iniziativa popolare non sarebbe necessaria.
Il perché della denominazione “Iniziativa per i ghiacciai” è presto detto: il progressivo ritiro dei ghiacciai e la loro scomparsa è la conseguenza più visibile del cambiamento climatico in Svizzera e il segnale tangibile dell’emergenza in atto. Gran parte dei ghiacciai esistenti fonderà anche se saranno raggiunti gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima. Ma ciò che capita loro deve essere impedito in altri settori. Non si tratta infatti “solo” dei ghiacciai: ne va della produzione alimentare, della salute pubblica, della biodiversità, della produzione economica, della stabilità politica… e alla fine, come detto, della sopravvivenza delle civiltà umane.
Dobbiamo agire e farlo subito. L’Iniziativa per i ghiacciai definisce l’obiettivo da raggiungere: essa promuove una politica tecnologica attiva, spetterà poi alla legge scegliere gli strumenti per realizzarla.
L’iniziativa è stata lanciata dall’Associazione svizzera per la protezione del clima, associazione apartitica fondata allo scopo nel 2018. Il comitato d’iniziativa rappresenta l’insieme della popolazione: donne, uomini, giovani e meno giovani, scienziati, operatori culturali, agricoltori e tanti altri. Inoltre, nel comitato sono presenti sei esponenti del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati, rappresentanti del PBD, del PPD, del PLR, dei Verdi, dei Verdi liberali e del PS.
QUI è possibile stampare i moduli da compilare a penna, che possono essere fatti firmare anche ad amici e conoscenti.
