Le nostre battaglie Diritti del consumatore

L’ora della verità per l’azione collettiva

Il disegno di legge sull’azione legale collettiva sta per entrare in gioco. Si tratta di un’opportunità unica per migliorare l’accesso dei cittadini elvetici alla giustizia, di fronte a pratiche scorrette che colpiscono contemporaneamente un grande numero di persone. L’11 aprile 2024 la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAG-N) deciderà se entrare in materia sul progetto del Consiglio federale. Un progetto di legge che non può continuare ad essere rimandato all’infinito. Gli scandali che tanto hanno impegnato l’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori negli anni (ad esempio il Dieselgate o la causa contro Obligo) dimostrano che non esiste un’alternativa credibile all’azione collettiva per permettere ai consumatori di ottenere un risarcimento. Ed è uno strumento legale necessario non solo per i consumatori: anche le piccole e medie imprese potranno servirsene per proteggersi dalla concorrenza sleale esercitata da aziende più potenti che non rispettano il diritto svizzero.

Sono previste sufficienti limitazioni per evitare un abuso dell’azione collettiva. Quest’ultima, infatti, può avviarsi solo dopo un esame preliminare delle condizioni di ammissibilità. Il tribunale competente si assicura così che le premesse siano date, onde evitare procedure troppo disinvolte che danneggerebbero le aziende senza motivo. Del resto il diritto svizzero non prevede il danno punitivo o l’onorario fissato in funzione dell’indennità procurata al cliente; chi fa causa deve assumersene il rischio finanziario. Non sono consentite quindi in alcun modo le derive della class action statunitense.

“Il Consiglio federale ha elaborato un progetto giudicato equilibrato, ma toccherà al Parlamento lavorarci per ottenere un risultato ancora più sobrio ed efficace. Per farlo, occorre però innanzitutto che si entri finalmente nel merito. Un ennesimo rifiuto invierebbe un inequivocabile segnale di disinteresse, se non di sfida verso le consumatrici ed i consumatori svizzeri. Verso tutte/i noi. Sono trascorsi oltre dieci anni da quando il Parlamento ha chiesto un disegno di legge sull’azione collettiva, è ora di mettersi al lavoro” ha affermato Antonella Crüzer, segretaria generale dell’ACSI.

Attualmente, né le associazioni di difesa dei consumatori né le piccole e medie imprese hanno modo di far valere in tribunale una pretesa di risarcimento danni in ambito civile. Sprovvisti dello strumento legale necessario, i cittadini rinunciano così ad agire. La considerazione dei danni non è sufficientemente elevata, presa singolarmente, da giustificare i rischi che comporta imbarcarsi in procedimenti giudiziari incerti, che richiedono inoltre di anticipare cospicue somme di denaro a chi è già stato vittima di una truffa. Considerando invece la totalità delle persone lese, che può raggiungere le decine se non le centinaia di migliaia di vittime, l’ammontare dei danni raggiunge immediatamente grandi dimensioni. Il caso Dieselgate ha lasciato ca. 175’000 proprietari di veicoli svizzeri senza alcun risarcimento, a differenza dei consumatori di altri paesi, provvisti di sistemi giuridici capaci di tutelare meglio la collettività. Senza gli strumenti di difesa adatti, le pratiche commerciali scorrette persisteranno e continuerà a svilupparsi un sistema di concorrenza sleale nocivo per le aziende che rispettano le regole del gioco.

La maggior parte delle democrazie occidentali prevede l’azione legale collettiva e tutte la usano con parsimonia. Per i membri dell’Alleanza delle organizzazioni dei consumatori – ACSI, FRC, Konsumentenschutz – è giunta l’ora che la Svizzera renda più accessibile l’accesso alla giustizia.