Il nostro punto di vista Pazienti

Votazione del 12 febbraio: NO alle nuove norme sull’assistenza e la cura a domicilio

L’ACSI prende posizione su 1 dei 7 temi in votazione il 12 febbraio prossimo e invita a respingere la modifica della legge sull’assistenza e cura a domicilio. L’ACSI, che difende l’interesse generale dei pazienti e degli assicurati, nonché quello di tutti i consumatori, si oppone all’aumento della partecipazione finanziaria dei pazienti senza che ci sia un vero miglioramento dell’offerta.
Allo scopo declamato di obbligare i servizi di assistenza e cura a domicilio – SACD a ridurre lo spreco organizzativo che vigerebbe attualmente e permettere così di diminuire il contributo finanziario a carico dei Comuni e dei contribuenti, i fautori della modifica di legge intendono introdurre la possibilità di chiedere il pagamento di un contributo giornaliero agli utenti.
Secondo le nuove norme approvate dal Gran Consiglio se i servizi di assistenza e cura a domicilio non riusciranno, entro due anni a risparmiare 5 milioni di franchi, si chiameranno alla cassa gli utenti facendogli pagare un contributo giornaliero stimato a 16 franchi.
Secondo l’ACSI la logica del provvedimento è incomprensibile: se c’è veramente spreco nella organizzazione dei SACD, perché dovrebbero pagare gli utenti finali? Non sarebbero i responsabili, i dirigenti e le autorità di controllo a dover intervenire per controllare i costi?
Se la riforma venisse accettata ad andarci di mezzo saranno in primo luogo gli utenti dei servizi di cura a domicilio, per lo più anziani, che subiranno una diminuzione delle prestazioni o un aumento della partecipazione ai costi.
Problematica risulterà anche, nel caso si dovesse introdurre la tassa giornaliera, la concorrenza tra pubblico e privato. Infatti i servizi di assistenza e cura a domicilio privati non saranno obbligati a introdurre il pagamento previsto da parte degli utenti.
Questa proposta potrebbe addirittura risultare finanziariamente controproducente per il cantone. Le persone sole in difficoltà economiche potrebbero infatti decidere di rinunciare ai servizi di assistenza e cura a domicilio, optando per un ricovero ospedaliero o in casa anziani, quando la loro autonomia si indebolisce. Alternative nettamente meno economiche dei servizi a domicilio.