L’ACSI prende posizione su tre degli oggetti in votazione il 24 novembre e invita a respingere sia il Finanziamento uniforme delle prestazioni sanitarie (EFAS), sia le due misure concernenti i diritti degli inquilini. Nel primo caso, dietro alla complessa riforma si cela il rischio di un ulteriore trasferimento dei costi sugli assicurati. Nel caso delle due proposte concernenti il diritto di locazione, si faciliterebbero troppo le disdette dei contratti.
L’ACSI dice no al Finanziamento uniforme delle prestazioni (EFAS)
Nonostante questa complessa riforma abbia degli obiettivi che possono essere condivisibili, in particolare il tentativo di favorire le cure ambulatoriali e il coordinamento delle cure nel settore sanitario, il risultato finale non è convincente. Anzi, potrebbe essere addirittura controproducente per gli assicurati ticinesi. Anche le cure di lunga durata infatti sarebbero coinvolte dalla riforma e andrebbero sicuramente a impattare sui premi, visto l’invecchiamento della popolazione. La chiave di finanziamento proposta potrebbe essere interessante, ma senza il controllo dei costi da parte dei cantoni il rischio di un aumento dei volumi delle prestazioni è elevato. L’ACSI deplora inoltre che questa riforma non agisca sugli incentivi sbagliati del sistema attuale e non la ritiene quindi una risposta valida all’aumento dei costi della salute. Da notare che anche il Consiglio di Stato ticinese ha invitato la popolazione a votare NO in quanto le finanze cantonali dovrebbero farsi carico di circa 60 milioni aggiuntivi all’anno.
L’ACSI è contraria ad entrambe le proposte relative al diritto di locazione
L’ACSI dice no anche alle due proposte relative al diritto di locazione. Entrambe vanno infatti nella direzione di facilitare lo sfratto degli inquilini: in un caso, rendendo ancora più semplice la disdetta per motivi personali da parte dei proprietari. Nell’altro, introducendo norme più severe in materia di subaffitto. A giudizio dell’ACSI gli inquilini si trovano già in una situazione sfavorita e non è necessario introdurre questi inasprimenti: la disdetta per bisogno personale da parte del proprietario è già possibile. Ulteriori facilitazioni per le disdette renderebbero ancora più precaria la vita di chi è in affitto. I contrari alle modifiche fanno notare che spesso la motivazione per sfrattare gli inquilini è di poter in seguito aumentare la pigione. È con il passaggio a dei nuovi inquilini infatti che gli affitti vengono spesso aumentati. Dietro a queste motivazioni per una disdetta più facile si cela quindi spesso la semplice volontà di aumentare gli affitti, che sono già ad un livello elevato ed in continua crescita da molti anni.