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Tutto diventa “touch”: ma ha sempre senso?

Si è partiti dagli smartphone, ma ormai quasi tutti gli elettrodomestici sembra debbano funzionare con un touchscreen. Eppure spesso non è molto sensato, ed è anzi rischioso.

Il Tages Anzeiger l’ha definita in un recente articolo la “touchscreenizzazione” della quotidianità. Non si tratta solo di smartphone, per i quali il touchscreen è una cosa alla quale pochi consumatori rinuncerebbero. Ma anche di quasi tutti gli elettrodomestici.

Per esempio, la cucina: è davvero più comodo regolare il proprio piano cottura con un touchscreen anziché con le vecchie “manopole”? Opinabile, visto che spesso, cucinare vuol dire avere le dita sporche (per chi cucina per davvero…) e quindi scontrarsi con la scomodità di uno schermo touch che non si riesce più a comandare. E le manopole non necessitano di corrente elettrica per funzionare.

Al di là della comodità però, c’è la questione della sicurezza: numerosi incendi sono già stati causati da gatti che camminano sui comandi touch delle piastre, magari quando il padrone si trova fuori casa. È successo lo scorso autunno nel Canton Berna, dove 40 pompieri sono dovuti intervenire per domare le fiamme causate da un piccolo quadrupede. Sempre lo scorso anno, è bruciata una casa in Austria per lo stesso motivo.

Ma gli schermi touch possono anche affondare delle navi. Nel 2017 un destroyer della marina americana si è scontrato con una petroliera al largo di Singapore, uccidendo 10 persone. L’inchiesta, il cui esito è stato reso pubblico lo scorso anno, ha determinato che gli schermi touch presenti nella zona di controllo hanno contribuito all’incidente. La US Navy ha dichiarato che a partite da quest’estate inizierà a rimpiazzare tutti i touchscreen con dei comandi meccanici sui suoi Destroyer.