I nostri sondaggi

Pandemia e informazione – 2021

601 persone hanno risposto al nostro sondaggio online, la cifra più alta di sempre per un sondaggio ACSI. Le cinque domande vertevano sulle fonti utilizzate per informarsi sulla pandemia, il grado di fiducia nelle istituzioni, l’utilizzo dei social media come fonte di informazione e la “pandemia dei dati”, ovvero l’ampio utilizzo di cifre e statistiche che è stato strettamente collegato all’informazione sulla pandemia.

 

I media tradizionali sono la fonte più gettonata
Il 64,3% dei partecipanti ha indicato come tipologia di fonte utilizzata più di frequente per informarsi sulla pandemia i media tradizionali (giornali, televisione, radio e rispettivi portali online). Il 29,2% ha dato la precedenza a siti internet e pubblicazioni delle autorità e del mondo scientifico-accademico. Soltanto l’1,2% ha messo al primo posto social media e blog. Vi è poi un 4,8% che ha scelto l’opzione “altro”, indicando le fonti più disparate e diverse fra loro. Fra di esse “siti di statistica internazionali”, “media alternativi affidabili”, “amici medici”, “terapista complementare” e molto altro. C’è anche chi ha semplicemente indicato di essere un’infermiera e chi ha sottolineato di seguire esperti “esclusi dai canali ufficiali”. All’interno di questo ultimo gruppo spicca il peso di medici e personale sanitario, indicati come fonte diretta da diversi partecipanti. Un dato che, per quanto minoritario, sottolinea l’importanza del ruolo dei medici curanti come fonte di informazione sulla pandemia e la responsabilità che ne deriva. Per alcune persone infatti il proprio medico curante è la fonte principale.

La maggioranza ha una fiducia elevata nelle istituzioni
Rispondendo al quesito “quanto ti fidi delle istituzioni riguardo alla pandemia da Covid-19”, la maggioranza dei partecipanti ha dimostrato un grado di fiducia piuttosto elevato. Il 43,1% ha dichiarato di fidarsi “molto” delle istituzioni, il 36,2% “abbastanza” (il 2,2% addirittura “ciecamente”). Soltanto il 13,2% ha dichiarato di fidarsi “poco”, mentre il 5,3% “per nulla”. Ne emerge quindi una solida maggioranza dell’81% circa sommando “abbastanza”, “molto” e “ciecamente”. Circa il 19% si fida “poco” o “per nulla”.

Troppi dati, ma perlopiù comprensibili
Risposte più equamente divise riguardo alla “pandemia dei dati”. Il 56,4% ritiene che ci sia stato un eccesso di dati e statistiche, mentre il 22,7% ritiene che non sia stato così. Un 20,9% si situa nel mezzo avendo scelto la risposta “ci sono stati alcuni eccessi, ma dipende da caso a caso”. Una tendenza che fa comunque emergere come per molte persone la mole di statistiche è stata eccessiva e, perlomeno alcuni media, siano andati oltre a quanto era necessario. Per quanto concerne la comprensione dei dati, solo l’8,1% ha dichiarato di essersi trovato “spesso” in difficoltà. Un 30% si sostiene invece di essersi trovato in difficoltà “alcune volte”, il 32,9% “raramente” e il 29% afferma di non avere avuto “mai alcuna difficoltà”. Rimane ovviamente il dubbio se chi non è in grado di comprendere una statistica se ne renda conto, o se sono convinti di averla compresa anche coloro ai quali in realtà sta sfuggendo qualcosa.

Social media poco usati per informarsi sulla pandemia
Il 54,9% di chi ha preso parte al sondaggio non ha utilizzato i social media per informarsi sulla pandemia. Il resto di coloro che hanno risposto, ha indicato l’uso che ne ha fatto. Il 31,5% li ha utilizzati per seguire i post di pagine istituzionali e scientifiche, mentre il 20,6% per seguire quelli degli account gestiti dai media tradizionali. Soltanto il 14,6% dei partecipanti ha utilizzato i social media per seguire i post di fonti alternative, mentre il 6,7% per vedere i commenti dei propri amici e partecipare a scambi e discussioni.

 

Una bibliografia per chi volesse approfondire:

  1. Mauro Stanga. La comunicazione delle autorità al tempo del coronavirus. Risultati di un’indagine svolta fra la popolazione ticinese. In: Dati, statistiche, società. A. 20, n. 2 (2020). Cantone Ticino, Ufficio di statistica. 
  2. Pau Origoni. Statistica e pandemia (editoriale). In: Dati, statistiche, società. A. 20, n. 2 (2020). Cantone Ticino, Ufficio di statistica.
  3. Campagna sulla “data literacy”
  4. Pau Origoni. Statistiche e COVID-19. In: Bollettino della Società ticinese di scienze naturali, Vol. 109, 2021. STSN.