Negli scorsi giorni Agroscope ha reso noto un primo esito di uno studio a lungo termine condotto nei pressi di Zurigo. Lo studio ha analizzato i punti di forza e di debolezza di quattro diversi sistemi di coltivazione sotto il profilo ecologico, agronomico ed economico. L’agricoltura biologica risulta chiaramente vantaggiosa sotto un profilo ambientale, anche se permane meno efficiente. Notevoli differenze soprattutto nella preservazione della biodiversità. Un dato particolarmente importante alla luce dell’allarme lanciato dal Forum biodiversità e dall’Accademia svizzera di scienze naturali, che martedì hanno presentato un rapporto sullo stato di salute degli insetti in Svizzera, ritenuto decisamente preoccupante.
Studi a lungo termine come quello di Agroscope, che ha preso il via 12 anni fa e continuerà per altri 6 anni, sono rari e per questo molto preziosi. Questo studio permette di quantificare in maniera concreta i vantaggi dei prodotti biologici per l’ambiente. E visto il costo elevato dei prodotti bio rispetto ad altri prodotti, è decisamente necessario poterne misurare i benefici. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Science Advances.
I vantaggi ecologici della coltivazione biologica sono risultati netti e chiari. In materia di biodiversità, un campo coltivato secondo le direttive biologiche presenta una diversità di specie vegetali del 230% superiore. Inoltre la coltivazione biologica e quella senza aratura hanno dimostrato di avere un impatto drasticamente diverso sul suolo, con il 90% in più di lombrichi presenti nel suolo (150% nelle particelle coltivate senza aratura). L’ecotossicità risulta inferiore dell’81% nell’agricoltura biologica, che non utilizza prodotti fitosanitari chimici di sintesi. Il bio è ancora indietro nella resa: inferiore del 22%. Ma secondo gli autori dello studio, la resa del biologico è destinata a continuare ad aumentare, riducendo gradualmente il gap, attraverso metodi come la coltivazione di varietà più resistenti, una maggior protezione biologica dei vegetali e una miglior concimazione.
Particolarmente rilevante il tema della biodiversità, alla luce del grido d’allarme lanciato dal Forum biodiversità e dall’Accademia svizzera di scienze naturali. Dal loro rapporto sullo stato di salute degli insetti in Svizzera rilasciato lo scorso martedì, emerge che circa il 50% delle specie presenti in Svizzera sono ormai a rischio. Vi sono d’altro canto poche specie la cui diffusione sta aumentando, come certi tipi di cavallette, perché amano il surriscaldamento climatico. Gli scienziati dell’Accademia hanno ricordato che oltre all’impollinazione, gli insetti sono fondamentali per vari processi di decomposizione che formano il terreno e sono un anello indispensabile della catena alimentare. Fra le cause della loro diminuzione, l’uso massiccio di pesticidi.