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I numeri non parlano da soli

Ecco la terza parte del Vademecum per l’informazione durante l’emergenza legata al COVID-19. Si tratta di regole sempre utili! Abbiamo già riportato la prima e la seconda parte. 

Nel terzo capitolo, gli autori cercano di spiegare come mai i numeri, contrariamente a quanto si crede, non parlano affatto da soli. In questo frangente ci si riferisce in particolare agli aggiornamenti continui e dettagliati che riceviamo sui numeri della pandemia: dati sui nuovi contagi, su quanti si trovano in terapia intensiva, sui decessi e sul tasso di letalità della malattia.

Il documento si suddivide in 5 punti chiave:

LA SITUAZIONE È IN CONTINUA EVOLUZIONE
La pandemia è in corso e nuovi dati si rendono disponibili ogni giorno. Ciò permette alla comunità scientifica di aggiungere continuamente nuovi tasselli alla comprensione del COVID-19. Così, ciò che è vero oggi può essere modificato domani sulla base dei nuovi dati raccolti.

I NUMERI DA SOLI SONO SOLO NUMERI
Un dato, per esempio il numero dei contagi, ci fornisce solo una «fotografia» del singolo aspetto. Il dato va interpretato tenendo conto del contesto.

IL CONTESTO È FONDAMENTALE
Anche il dato apparentemente più semplice, per esempio il numero dei decessi a causa del COVID-19, va interpretato alla luce del contesto. Ovvero: a chi è stato fatto il test? Solo a chi si trovava in ospedale o anche chi era a casa? Se non lo sappiamo questo dato è di difficile interpretazione.

ATTENZIONE ALLE PERCENTUALI
Per interpretare una percentuale è necessario sapere qual’è la popolazione a cui si riferisce. Per esempio, se rapportiamo il numero dei decessi al numero dei testati positivi avremo un certo tasso di letalità, mentre se lo rapportiamo a tutti i contagiati (testati e non) il tasso di letalità sarà molto più basso.

PER TRARRE CONCLUSIONI SERVE IL QUADRO COMPLETO
Quando un’epidemia come il COVID-19 è ancora in evoluzione, i dati raccolti sono spesso parziali. Inoltre, l’emergenza fa sì che la raccolta dati sia difficile e possa essere diversa da nazione a nazione. Per avere dati solidi, che descrivono quello che è successo, bisognerà attendere la fine dell’epidemia.

Gli autori aggiungono anche:

“Non azzardiamo interpretazioni dei numeri che sentiamo in questo momento. Aspettiamo che a interpretarli siano gli epidemiologi. Ricordiamoci che quello che è importante sapere sul COVID-19 è comunicato dalle istituzioni e non attraverso messaggi informali”.

In allegato il PDF completo.

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