Buono a sapersi Rischi per la salute

La salute sotto il solleone. Alcuni utili consigli nell’uso delle creme solari

Per preservare la pelle non basta ricoprirsi di crema solare.

Come proteggersi in modo ottimale?
Occorre evitare di esporsi al sole tra le 10 e le 16 e se del caso coprirsi con vestiti e cappello e mettersi occhiali.
La quantità di raggi UV è particolarmente elevata nelle zone vicino all’equatore, in alta montagna e verso la metà della giornata. La sabbia, la neve e l’acqua agiscono come riflettori, anche se nuvoloso: la protezione solare è d’obbligo. Ripetere l’applicazione della protezione solare ogni due ore circa e comunque dopo ogni bagno.

Conservare la crema dell’anno precedente?
Sì. Dei test effettuati su creme aperte nel 2016 hanno dimostrato la loro totale efficacia un anno dopo. Quindi, a meno che esse abbiano assunto una consistenza o un odore strani, conservatele e usatele per evitare sprechi e spese inutili. Una confezione di crema solare si mantiene in buone condizioni se non è tenuta in pieno sole o in un veicolo surriscaldato. Il miglior modo per conservare questi prodotti è di conservarli in luogo temperato e secco, quindi non in bagno.

Spalmarsi di crema protegge dal cancro?
No, non è sufficiente. Esistono tre tipi di cancro della pelle: il cancro basocellulare, il carcinoma a cellule squamose e, il più aggressivo, il melanoma maligno. L’esposizione ai raggi UV è un fattore di rischio per tutti i tipi di cancro. La crema può ridurre la quantità degli UV che penetrano nella pelle e contribuisce così a prevenire il cancro a cellule squamose. Per quanto riguarda invece gli altri tipi di cancro, le informazioni disponibili finora sono piuttosto contraddittorie. Uno studio recente ha mostrato che l’indice di protezione 50 riduce e ritarda la comparsa del melanoma, ma non lo impedisce.

Ci sono sostanze problematiche nelle creme?
I filtri usati per bloccare i raggi UV sono chimici o fisici. Per quanto riguarda i primi esiste un rischio di fotosensibilità: in caso di reazione fototossica, il composto chimico può danneggiare la pelle nei minuti o nelle ore dopo l’esposizione al sole. Inoltre uno di questi filtri, l’ethylhexyl Methoxycinnamate, è da vietare poiché è catalogato tra i perturbatori endocrini. Buona notizia: nessuno tra i prodotti selezionati per il test contiene perturbatori endocrini. I filtri fisici sono delle nanoparticelle, le cui dimensioni variano tra 5 e 20 nm*. Resta aperta la questione se queste sostanze penetrino negli strati inferiori della pelle. Uno studio commissionato dal Governo australiano è giunto a una conclusione negativa. La prudenza tuttavia s’impone.

 

Maggiori informazioni e test sulle creme solari nell’ultimo numero della Borsa della Spesa.