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Margini sui medicamenti: una decisione a discapito di pazienti e assicurati

L’adeguamento dei margini dei medicamenti annunciato venerdì 8 dicembre dal Consiglio federale favorisce ancora una volta le farmacie, i medici e gli ospedali, a scapito di chi paga i premi. Un’importante correzione del regolamento sui margini era attesa da tempo, ma le organizzazioni di difesa dei consumatori svizzeri sono state coinvolte solo quando non c’era più alcuna volontà di negoziare. Con i nuovi margini i farmaci a basso costo saranno molto più cari. Basti fare un esempio: una confezione di Dafalgan 1g (16 compresse) subirà un aumento di prezzo di quasi il 70%. L’Alleanza delle organizzazioni di difesa dei consumatori (ACSI, FRC e Konsumentenschutz) critica aspramente questa revisione e chiede una significativa riduzione dei margini sui farmaci in tutte le categorie di prezzo.

L’argomento è dibattuto da anni: i margini dei farmaci in Svizzera sono sproporzionatamente elevati. Secondo i calcoli della Sorveglianza dei prezzi e dell’associazione mantello degli assicuratori malattia Santésuisse, esiste un potenziale di risparmio di 458 milioni di franchi all’anno. Tuttavia, il Consiglio federale ha ceduto alle pressioni dei beneficiari dei margini eccessivamente elevati e si è astenuto, di fatto, dallo sfruttare questo enorme potenziale di risparmio. Una decisione incomprensibile, tanto più che giunge in un momento in cui la popolazione è già gravata da pesanti aumenti di prezzi in vari ambiti.

Obiettivo lodevole – implementazione fallita
Finora i margini erano fortemente dipendenti dal prezzo dei farmaci. È stata quindi concordata una standardizzazione dei margini, con l’intento di eliminare l’incentivo a distribuire farmaci costosi solo per ottenere più guadagni. Sebbene questo obiettivo sia ben accolto, coloro che sfruttavano il sistema precedente si sono opposti con forza a una significativa riduzione dei margini. Di conseguenza, il risultato finale porterà a una situazione paradossale: i costi di acquisto dei farmaci costosi diminuiranno leggermente, ma i farmaci meno costosi diventeranno notevolmente più cari. Complessivamente, si prevede un risparmio di soli 60 milioni di franchi svizzeri.

Alla cassa? Sempre i pazienti
A causa delle franchigie, i pazienti spesso finiscono per pagare di tasca propria i medicamenti meno costosi. L’aumento del loro costo implica dunque uno spostamento dell’onere sui pazienti. L’Alleanza delle organizzazioni di difesa dei consumatori critica fortemente questa situazione e chiede al Consiglio federale di sfruttare appieno il potenziale di risparmio di 458 milioni di franchi. La soluzione più efficace è già sul tavolo da tempo: anziché aumentare i margini dei medicamenti a basso costo, dovrebbero essere ridotti significativamente i margini di tutte le categorie di prezzo, specialmente quelli dei farmaci più costosi. Altre opzioni per mitigare gli aumenti di prezzo non sono state nemmeno prese in considerazione.

Le preoccupazioni dei consumatori sono state ascoltate troppo tardi
Le modifiche adottate dal Consiglio federale seguono in gran parte la proposta di farmacie, medici e ospedali. Ad essere divise sul tema le due associazioni mantello degli assicuratori malattia: Curafutura ha appoggiato la proposta del Consiglio federale, mentre Santésuisse si è rifiutata di sostenerla. I pazienti e i consumatori, che hanno interesse a ridurre al minimo i margini, non erano al tavolo delle trattative. L’Alleanza dei consumatori è stata informata e coinvolta solo in fase molto avanzata, quando le negoziazioni non erano più possibili. Nel corso di due riunioni convocate con breve preavviso nell’autunno del 2023, è stata respinta a maggioranza un’altra opzione che avrebbe potuto generare risparmi di centinaia di milioni.