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Clima: un rapporto punta il dito contro la BNS

La Banca Nazionale Svizzera continua ad investire pesantemente nelle energie fossili e influenza negativamente l’atteggiamento della piazza finanziaria elvetica, con il 75% delle sessanta maggiori casse pensioni svizzere che non si sono ancora dotate di una politica climatica.

Gli Artigiani della Transizione hanno pubblicato un rapporto che rivela come le scelte di investimento della BNS siano decisamente poco sostenibili. Secondo il rapporto gli investimenti della BNS alimentano un riscaldamento climatico fra i 4 e i 6°C, largamente superiore agli 1,5°C previsti dagli Accordi di Parigi. Con 101 miliardi investiti nelle energie fossili a fine 2019, la BNS è responsabile infatti di oltre 43 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, il che corrisponde circa alle emissioni dell’intera Svizzera (47 milioni). Mentre secondo gli autori la BNS continua a sottovalutare i rischi legati ai cambiamenti climatici, le banche centrali di altri paesi europei si sono già portate avanti. Ad esempio, la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha già deciso di non più investire nel fossile a partire dal 2021.

Come ha riportato anche il WWF Svizzera Italiana in un suo commento al rapporto, la politica della BNS influenza pesantemente anche quella dell’intera piazza finanziaria. Tra il 2016 e il 2019 il Credito Svizzero ha prestato 75 miliardi di dollari alla filiera dell’energia fossile, mentre UBS nel 2019 ha moltiplicato per 9 gli investimenti nel carbone. Il 75% delle sessanta maggiori casse pensioni svizzere non si è ancora dotata di una politica climatica, continuando a investire nelle energie fossili e a esporre i loro affiliati ai rischi finanziari generati dai cambiamenti climatici.

Secondo il WWF, “la BNS deve dotarsi di una politica climatica basata sulle evidenze scientifiche e compatibile con gli accordi di Parigi. La sua politica influenzerebbe in modo positivo anche le scelte di tutta la piazza finanziaria svizzera. Una politica climatica credibile della BNS sarebbe il miglior presupposto per permettere alla Svizzera di rispettare l’impegno assunto a Parigi (rimanere sotto i 2°C di aumento della temperatura globale) e di rilanciare l’economia tenendo conto dell’emergenza climatica. Da questa crisi la Terra dovrà uscire vincente, non possiamo permetterci di sbagliare”.