Buono a sapersi Prodotti e ingredienti Sviluppo sostenibile

Una spinta necessaria al commercio equo

In Ticino solo Bellinzona e Capriasca sono delle Fair Trade Town, un riconoscimento conferito per il loro impegno nel consumo sostenibile e che coinvolge aziende, ristoranti, scuole e istituzioni comunali. In una fase in cui l’attenzione è molto focalizzata sul locale, il commercio equo si trova messo all’angolo. Ma in realtà è proprio attraverso la creazione di catene virtuose che partono dal produttore e arrivano al consumatore che si possono affrontare le sfide globali dei nostri tempi. Il commercio locale e il commercio equo sono complementari ed entrambi indispensabili.

articolo tratto dall’ultimo numero de La Borsa della Spesa

Vi hanno aderito 36 nazioni e in Svizzera sono 15 i comuni ad aver ottenuto il riconoscimento. Il Fair Trade Town vuole ridare slancio al commercio equo, in un epoca in cui un’attenzione molto focalizzata sul locale lo sta mettendo in ombra. Fair Trade Town vuole mobilitare città e paesi svizzeri in favore del commercio equo, creando delle reti che permettano di usufruire di prodotti importati senza basarsi su modelli economici che causano disastri ambientali e non consentono una vita degna ai lavoratori nei paesi d’origine.

Come funziona il riconoscimento
Sono 15 le città svizzere che possono fregiarsi del titolo di Fair Trade Town. Oltre a Bellinzona e Capriasca, vi sono Glaris Nord, Zweisimmen, Berna, Frutigen, Carouge, Gossau, Burgdorf, Friborgo, Renens, Amriswil, Delémont, Uster e Vaduz (Liechtenstein). I criteri che devono essere soddisfatti per ottenere il titolo sono visibili nei dettagli su fairtradetown.ch. La campagna coinvolge molti attori privati: l’idea è infatti che aziende, commercianti e ristoratori locali contribuiscano a creare una rete di commercio equo, anche con l’appoggio di realtà associative e istituzionali (come le scuole). Oltre a Bellinzona e Capriasca, qualcosa si sta muovendo anche in altri comuni ticinesi, fra i quali anche Lugano e Mendrisio.

Un grave errore sottovalutare il commercio equo
Il commercio equo si prefigge l’obiettivo di creare un partenariato commerciale fondato su dialogo, trasparenza e rispetto che permetta di raggiungere una maggiore equità negli scambi commerciali internazionali. La possibilità di cambiare i sistemi di produzione e commercio attuali, che troppo spesso saccheggiano il pianeta impedendo uno sviluppo sostenibile e al contempo violano i diritti di molti lavoratori, passa proprio da questo. È necessario affiancare al commercio locale un commercio equo internazionale che garantisca elevati standard sociali ed ambientali. Questo perché non tutto può essere prodotto localmente. Inoltre, si stima che i tre quarti dell’impatto ambientale della Svizzera vengono generati all’estero. Viviamo in un mondo interconnesso e non è possibile rinnegare questa realtà. Ecco quindi che se da un lato bisogna puntare su una produzione regionale rispettosa dei cicli stagionali, quando è necessario scegliere dei prodotti provenienti da regioni più lontane è fondamentale che questi rispettino a loro volta criteri soddisfacenti in materia di diritti dei lavoratori e impatto ambientale.

Una spinta dalle commesse pubbliche?
La nuova Legge federale sugli appalti pubblici potrebbe fornire qualche strumento in più al commercio equo. In essa sono infatti sanciti, seppur in maniera piuttosto blanda, dei criteri di sostenibilità, che includono la possibilità di esigere da parte del committente che vengano rispettati taluni standard internazionali in materia di lavoro e sostenibilità. Se la Confederazione e le autorità locali si impegnassero maggiormente a dare il buon esempio in questo ambito, questo potrebbe generare un effetto positivo a cascata. Anche in quest’ottica, Fair Trade Town acquisisce nuova rilevanza: le istituzioni locali, come ad esempio le scuole attraverso le mense, hanno ora un maggiore stimolo nel creare una rete di approvvigionamento equa e sostenibile. Chissà che qualche altro comune ticinese non trovi le giuste motivazioni per unirsi a Bellinzona, Capriasca e molti altri comuni svizzeri ed europei?