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Privacy icons: cosa sono e perché potrebbero aiutarci

Migros, Swisscom, FFS e Crédit Suisse hanno annunciato in un comunicato stampa rilasciato alcuni giorni fa l’introduzione nelle loro dichiarazioni generali di protezione dei dati di “segnali stradali per la protezione dei dati”, o pittogrammi per la protezione dei dati. Le cosiddette privacy icons. Potrebbero dare una mano al consumatore a farsi un’idea senza dover leggere lunghissime disposizioni in materia di protezione dei dati.

Il tema della protezione dei dati continua ad inquietare un numero considerevole di consumatori. Eppure pochi di loro sono davvero in chiaro sulle conseguenze dell’utilizzo di una determinata app o programma informatico, dell’accesso a un sito internet o dell’utilizzo di altri servizi che comportano lo scambio di dati. Anche perché quasi nessuno legge le disposizioni in materia di protezione dei dati, che, un po’ come le condizioni generali, sono diventate talmente lunghe da essere impraticabili per il consumatore. Nel comunicato sopracitato si cita del resto uno studio del New York Times che giunge alla conclusione che molte dichiarazioni generali di protezione dei dati siano più difficili da leggere dell’opera di Immanuel Kant “Critica della ragione pura”.

L’obiettivo delle privacy icons è di permettere al consumatore di capire chi utilizza i suoi dati e a quale scopo senza dover affrontare letture di questo tipo. Al momento sono state sviluppate 19 diverse icone della privacy, che vogliono tentare di stabilire uno standard in Svizzera. L’iniziativa è un unicum a livello mondiale. Queste icone andrebbero integrate alle dichiarazioni di protezione dei dati, e non andrebbero a sostituirle. Permetterebbero anche di chiarire formulazioni astratte spesso trovate in queste dichiarazioni.

Un’iniziativa che l’ACSI segue con interesse.